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Un frutto avanguardista di salute e benessere

Avocado, rivoluzione verde da superfood a progetto bio

sabato 18 Ottobre 2025
Avocado

Cosa sappiamo sull’avocado?

Nei luoghi comuni dettati dalla contemporaneità e dalle mode lanciate dal marketing, l’avocado oggi è accostato sicuramente sia alla cucina che alla cosmesi, capaci di far da volano ad un fenomeno senza precedenti per un vegetale. Il riferimento è all’universo del benessere, ad un preciso “life style” quello “healthy” in un’epoca dove si tenta di sfuggire alle grinfie della globalizzazione e le sue brutture e ci si rifugia pertanto in oasi di paventato benessere. Dall’universo del benessere appunto l’avocado ha saputo capitalizzare una forza imponente capace di affermarsi come uno dei prodotti vegetali più richiesti e consumati al mondo negli ultimi vent’anni. Avocado richiama fortemente il termine guacamole (un salsa messicana profumata a base di avocado, succo di lime, cipolla, pomodoro, coriandolo etc.) ma anche i termini sushi, pokè, avocado toast, solo per fare alcuni esempi di prodotti alimentari diffusi e ormai consumati su vasta scala in tutti i paesi del mondo. Storicamente ci sono tracce della coltivazione dell’avocado sin da tempi antichissimi (tra 7000 e 5000 anni fa) ossia all’epoca degli Aztechi e dei Maya. In quel tempo il frutto subtropicale batezzato dai conquistadores spagnoli “ahuacatl” che vuol dire testicolo per via della sua forma, veniva usato sia per scopi alimentari che propiziatori, associato alla fecondità. Dopo la scoperta dell’America, l’avocado sbarcò nel vecchio continente e passo dopo passo si diffuse in tutti i paesi compresi quelli asiatici e africani. In definitiva fu il XX° secolo a consacrarne la sua diffusione e il conseguente successo interplanetario.

Un frutto avanguardista di salute e benessere

L’avocado deve la sua fama soprattutto alle sue proprietà indiscutibili, un concentrato di benessere per l’organismo soprattutto dal punto di vista cardiovascolare. La vitamina K combinata con la grande presenza di potassio (più alta di quella delle banane) e con la produzione di colesterolo HDL (colesterolo buono al contrario di quello cattivo LDL) costituisce un alleato ideale per la salute delle arterie e della circolazione. Il contenuto eccezionale di vitamina E e C completano il quadro benefico insieme ad una massiccia presenza di sali minerali come il ferro e il magnesio. Dall’avocado si estrae anche un olio dalle proprietà emollienti degne di nota che lo hanno impiegato sempre più nella cosmesi favorendo l’elasticità della pelle. L’unico neo di questo frutto è il contenuto di grasso che ne compromettono il consumo in casi di obesità. A proposito di olio, vi sono già alcuni esempi altisonanti, anche in Sicilia, di aziende agricole che stanno lanciando nel mercato alimentare proprio l’olio di avocado, proponendolo per guarnizioni e condimenti dal carattare prettamente salutare.

La nascita del progetto bio

Le pendici dell’Etna da sempre culla di biodiversità e luogo dotato di straordinari equilibri ecosistemici, mette il turbo sul suo istinto di “madre terra” e accoglie un frutto tropicale “l’avocado”. Con la protezione del vulcano e i terreni ricchi di preziose sostanze minerali, le coltivazioni adesso hanno una nuova casa, un habitat dall’accento siciliano intriso di un allettante profumo di imprenditorialità, quella sana e virtuosa. Un esempio cardine, fiore all’occhiello di quanto appena scritto, è il progetto “Avocado biologico siciliano, superfood per la valorizzazione delle aree ionicotirreniche”. Un progetto finanziato con la misura 16.2 del PSR della Regione Sicilia a sostegno di progetti pilota relativi allo sviluppo di prodotti e nuove tecnologie. Quello sull’avocado è un progetto ambizioso e ben strutturato, che ha saputo coinvolgere ben 8 aziende agricole, una start up e accogliere come partner scientifico, la stessa Università di Catania. Ad oggi la produzione di avocado in tutta la Sicilia si attesta al 5% della produzione nazionale, un dato in continua crescita, che orienta sempre più aziende agricole ad effettuare dei cambi di strategia per l’orientamento e la riqualifica dei terreni e delle relative produzioni agricole. Nell’occhio del ciclone sono finite le pratiche preventive e di adattamento per garantire sostenibilità a tutto tondo e non privilegiare solo il profitto economico. L’avocado visto con la lente dell’agronomo si è presentato in Sicilia da un lato con grandi e strabilianti capacità di adattamento soprattutto in quelle zone a clima temperato senza forti escursioni termiche, come appunto i terreni delle pendici dell’Etna e dall’altro lato con la richiesta massiva di ingenti risorse idriche (tra l’altro l’avocado necessita di acque di qualità) rispetto agli agrumeti.

Centralità dell’approccio scientifico

A proposto di misure preventive, è virtuoso citare proprio l’approccio scientifico condotto dai ricercatori dell’Università si Catania, in merito alla scelta di tecniche agronomiche innovative seguite da analisi approfondite. E’ il caso delle sperimentazioni su particolari trattamenti fogliari per assicurarsi frutti di maggiore dimensione e migliore qualità soprattutto relativamente alla cultivar “Hass” che è la più richiesta dal mercato. Inoltre bisogna dar merito all’uso pionieristico di micorrize (funghi che vivono in simbiosi con le piante) che sono in grado di migliorare l’assorbimento di nutrienti dal terreno garantendo un maggiore rispetto per l’ambiente. Un altro aspetto cruciale dell’approccio scientifico è quello sul versante fitosanitario che ha avuto risvolti importanti dimostrati da pubblicazioni scientifiche a livello internazionale. Si tratta di studi di agronomia che hanno elaborato delle strategie preventive di intervento basate su un approccio integrato: la potatura per eliminare i tessuti infetti delle piante e l’utilizzo di sostanze a base di microrganismi biologici. Prevenire dunque le malattie in modo ecocompatibile in modo tale da ridurre o eliminare talvolta l’uso di fitofarmaci, allineandosi così alle stringenti direttive europee e aspirare ad una coltivazione sana e sostenibile figlia di un approccio consapevole, quello della scienza.

Obiettivi del progetto

Il progetto si pone l’obiettivo di rafforzare il ruolo dell’avocado come coltura strategica per l’agricoltura siciliana. Ad oggi sono circa mille gli ettari di terreno dedicati alla coltivazione del frutto subtropicale e perlopiù riguardano i territori del catanese e del messinese. Non mancano le coltivazioni presenti sul versante occidentale dell’isola e nei prossimi anni sono sempre più ottimistiche le stime previsionali sulla presenza nel territorio siciliano di un’occupazione di 5000 ettari dedicati al frutto che ha ridato nuova linfa al tessuto agricolo trinacriota, l’avocado appunto. Le varietà di punta del progetto sono principalmente tre: “ Hass, Bacon e Fuerte” con una maggiore presenza della prima a discapito delle altre due (sotto al 10%). Il calendario della commercializzazione ci mostra un dato interessante concentrando il soddisfacimento della domanda della GDO (grande distribuzione organizzata) nel periodo che va da Novembre a Marzo. Questo dato ha fatto da catalizzatore per diversificare la coltivazione di nuove “cultivar” e poter soddisfare la domanda anche per periodi più lunghi e diversi dell’anno. Le nuove specie sono la “Zutano”, la “Orotawa”, la “Pinkerton”, la “Lamb Hass” e la “Reed”, le quali appunto consentirebbero di allungare il periodo di disponibilità e valorizzare la biodiversità.

Inoltre la riqualifica di terreni incolti e abbandonati, un tempo destinati soprattutto alla coltivazione di agrumi, ridarebbe nuova linfa per uno sviluppo commerciale importante, con ricadute notevolissime non solo sul piano appunto economico ma anche su quello occupazionale e ambientale. Gli esperti di economia vedono nell’avocado una scommessa vincente, solo se giocata però in modo sostenibile sia in chiave scientifica che ambientale, evitando i passi precipitosi tipici della frenesia imprenditoriale di bassa leva. Dati e previsioni incoraggianti che mettono a fuoco quanto l’avocado siciliano non sia più un esperimento ma una vera e propria realtà produttiva destinata a mettere in atto una vera e propria rivoluzione verde.

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