L’Ars ha avviato la discussione sulla proposta del M5S di taglio dei vitalizi degli ex deputati, ma l’ufficio di presidenza ha preso tempo per andare avanti sul punto. In consiglio di Presidenza, infatti, sono state sollevate diverse perplessità, non ultima quella relativa ad un eventuale profilo di responsabilità personale per chi voterà la norma.
Un altro dubbio è quello relativo al risparmio finale. Secondo i grillini, dai conteggi degli uffici dell’Ars emergerebbe che il risparmio che deriverebbe da un sì al taglio dei vitalizi sarebbe di circa 8-9 milioni di euro.
Ma non è tutto oro quel che luccica, perchè se è vero che i tagli potrebbero ridurre del 60 per cento gli assegni erogati a chi oggi ne beneficia, i rischi sono che alla fine, alle casse pubbliche questa riforma possa costare di più di quanto sarà il risparmio effettivo. E questo per i rischi dei probabili ricorsi, che non soltanto potrebbero interrompere la procedura relativa ai tagli, ma costare alle casse pubbliche non pochi quattrini in materia di spese legali ed eventuali risarcimenti danni, visto che l’associazione degli ex parlamentari ha già annunciato battaglia.
“Entro l’anno – affermano i grillini – scriveremo la parola fine sulla vicenda con la votazione finale. Vedremo se qui si vorrà essere protagonisti della storia o se si vorrà subire la storia e si sarà costretti a tagliare i vitalizi per evitare la sforbiciata statale sui trasferimenti alle regioni”. Intanto, l’Ars studia possibili vie di uscita.