Il quartiere Ballarò che, giorni fa, è stato protagonista di uno scontro tra migranti e palermitani, ad oggi è la centrale dello spaccio di crack di tutto il capoluogo siciliano.
Storia vecchia ma che, a quanto pare, numerose associazioni attive sul territorio prendono sotto gamba il problema per interessi politici. Una delle vere associazioni che contrasta la mafia nigeriana a Palermo è formata dalla “Donne di Benin City“. Un gruppo formato da ex prostitute schiave della Black Axe che sono riuscite a denunciare la malavita nigeriana.
Uno dei promotori è il professore palermitano Nino Rocca, il quale evidenzia che: “Da dicembre scorso è stato tolto da parte del comune di Palermo e dal sindaco Orlando lo sportello dell’associazione che era stato in affidamento proprio dalla giunta del primo cittadino. Futili le motivazioni“.
Le “Donne di Benin City” avevano uno sportello di aiuto all’interno del “Montevergini” per qualsiasi donna che volesse scappare dalle grinfie della Black Axe. Leader dell’associazione è Osas Egbon, la prima donna che ha detto NO alla malavita nigeriana.
“Osas da anni lotta la mafia nigeriana e per premio che cosa gli hanno dato? Gli hanno tolto lo sportello al Montevergini”, afferma Nino Rocca a IlSicilia.it
“Questa mafia nigeriana come si deve combattere? Con le lobby delle associazioni senza che hanno mai invitato le Donne di Benin City le uniche che combattono la mafia nigeriana. Perché le abbiamo abbandonate?”.
“L’associazione Benin City non pagava un titolo di affitto o di assegnazione. Il Montevergini ha un problema di impianto elettrico ed è stato chiuso. Nessuno sfratto da parte mia all’associazione delle donne di Benin City. Loro come le altre associazioni che in questo tempo hanno usufruito di una parte del Montevergini sono rimaste fuori dalla struttura. Il teatro tornerà ad essere tale. E su questo sono intransigente”. Queste le parole dell’assessore alle Culture Adham Darawsha.
Abbiamo cercato di contattare l’assessore per Cittadinanza Solidale Giuseppe Mattina ma senza esito.