Presentato oggi a Palermo il rapporto annuale “L’economia della Sicilia”.
“L’economia in Sicilia cresce come in Italia, con un andamento che non è uniforme temporalmente e nemmeno per settori. La crescita ha consentito di recuperare quasi completamente la perdita di prodotto connessa con la pandemia”. Lo dice Emanuela Alagna, direttore della sede banca d’Italia di Palermo in apertura della presentazione a Palermo del rapporto annuale sull’economia della Sicilia, a cui hanno partecipato anche il titolare della divisione Aret Antonio Lo Nardo e sostituto della divisione Aret Giuseppe Saporito.
Dopo la robusta crescita della prima parte del 2022, l’economia siciliana ha rallentato, fortemente condizionata dalle tensioni geopolitiche, dal forte aumento dell’inflazione e dal peggioramento delle condizioni di finanziamento. L’indicatore trimestrale dell’economia regionale (ITER), segnala che nel 2022 l’attività economica in Sicilia è aumentata del 3,7 per cento, in linea con la media nazionale e la crescita ha consentito di recuperare quasi completamente la perdita di prodotto connessa con il periodo della pandemia.
A fine del 2022 in Sicilia l’inflazione su dodici mesi, misurata dall’indice dei prezzi al consumo per l’intera collettività, si è attestata al 14,2 per cento, vicina al picco massimo raggiunto a ottobre. L’aumento dei prezzi, che ha interessato tutte le voci di spesa, è stato sostenuto soprattutto, dai prodotti alimentari (che hanno contribuito alla variazione per 3,2 punti percentuali) e dalle spese per l’abitazione e le utenze (8 punti). Quest’ultima componente di spesa include energia elettrica e gas, i cui prezzi al consumo sono più che raddoppiati rispetto all’anno prima.
Il reddito delle famiglie siciliane nel 2022 è cresciuto del 5,6%, ma l’elevato tasso di inflazione ne ha determinato una contrazione dell’1,3% in termini reali. I consumi hanno proseguito la ripresa avviata nel 2021; i rincari e il deterioramento del clima di fiducia, hanno impedito il pieno recupero rispetto al periodo pre-pandemia. E’ quanto emerge dal rapporto annuale sull’andamento dell’economia siciliana, presentato oggi nella sede di Palermo della Banca d’Italia. L’aumento dei prezzi ha avuto ripercussioni più consistenti sulle famiglie meno abbienti, il cui paniere di spesa è composto in misura maggiore dai beni e dai servizi che hanno subito i rincari più elevati. La crescita dei finanziamenti alle famiglie è proseguita sia per il credito al consumo sia per i prestiti per l’acquisto della prima casa. A seguito dell’aumento dei tassi di interesse, nella seconda parte dell’anno, le nuove erogazioni di mutui sono diminuite.
La crescita dei finanziamenti alle famiglie è proseguita sia per la componente del credito al consumo sia per i prestiti per l’acquisto delle abitazioni; a fronte dell’incremento dei tassi di interesse, nella seconda parte dell’anno le nuove erogazioni di mutui si sono però sensibilmente indebolite. L’esposizione delle famiglie ai rialzi dell’onere del servizio del debito è nel complesso limitata, grazie alla prevalenza dei mutui a tasso fisso sul totale delle consistenze.
In Sicilia nel corso del 2022 sono stati erogati mutui per due miliardi “un valore particolarmente elevato nella storia”. Le nuove erogazioni a tasso variabile sono tornate a crescere anche se il 60% è ancora stipulato con tasso fisso. I mutui sono cresciuti per la clientela più giovane, si sono ridotti per le altri classi di età. Nel 2023 è previsto un incremento di circa 3 punti percentuali dei tassi di interesse rispetto al dato del 2022, l’impatto sulle famiglie con mutui a tasso variabile è stimato in una crescita di circa un quinto della rata attuale ovvero circa 120 euro al mese.
Nel 2022 tutti i principali indicatori hanno segnalato un miglioramento della qualità del credito erogato alla clientela siciliana. Il tasso di deterioramento è diminuito sia per le famiglie sia per le imprese. Tale dinamica, assieme alle importanti operazioni di cessione di crediti deteriorati, ha contribuito alla riduzione dell’incidenza delle partite anomale sul totale dei finanziamenti bancari.
Dopo la crescita osservata nel 2021, l’andamento della raccolta si è indebolito: i depositi bancari hanno rallentato e il valore dei titoli a custodia si è ridotto, risentendo della contrazione delle quotazioni dei titoli azionari e delle quote di OICR.
Nel 2022 l’occupazione ha continuato a crescere anche se in misura insufficiente a riassorbire completamente gli effetti della pandemia. Solo nel settore dell’edilizia – cresciuto grazie anche al notevole incremento dei bandi pubblici e alla connessione con l’esecuzione del Pnrr – il numero degli occupati è risultato superiore a quello del 2019. E’ quanto emerge dal rapporto annuale sull’andamento dell’economia siciliana, presentato oggi nella sede di Palermo della Banca d’Italia. L’incremento del tasso di occupazione si è associato a una diminuzione di quello di disoccupazione che rimane però a livelli doppi rispetto alla media nazionale.
Nel settore privato il numero di attivazioni, al netto delle cessazioni, nella prima metà del 2022 è stato superiore rispetto agli ultimi anni ma poi si è riportato sugli stessi valori del 2019. La creazione di posizioni di lavoro dipendente è stata trainata dai contratti a tempo indeterminato che hanno beneficiato anche delle trasformazioni dei numerosi contratti a termine attivati l’anno precedente.
Nel 2022 il tasso di attività è lievemente aumentato, ma il numero di persone attive sul mercato del lavoro si è ridotto risentendo anche delle dinamiche demografiche in atto. L’impiego degli individui non occupati ma disponibili a lavorare potrebbe essere favorito dall’attuazione della riforma delle politiche attive del lavoro prevista dal PNRR nell’ambito del Programma Garanzia di occupabilità dei lavoratori (GOL).
L’andamento del settore imprese è stato eterogeneo tra i settori produttivi: alla stagnazione dell’industria si è contrapposta la crescita dell’edilizia e quella del terziario. E’ quanto emerge dal rapporto annuale sull’andamento dell’economia siciliana, presentato oggi nella sede di Palermo della Banca d’Italia. Nell’industria la ripresa che aveva caratterizzato il periodo post-pandemico ha progressivamente perso vigore dall’estate, nonostante l’incremento delle importazioni. Inoltre, l’attività di investimento si è mantenuta debole. La crescita dei costi di produzione, già dal 2021, si è intensificata nel 2022 sospinta dai ricavi energetici.
Nelle costruzioni l’espansione è stata trainata soprattutto dal reparto edilizia residenziale che ha ancora beneficiato dello stimolo fiscale per la riqualificazione e il miglioramento dell’efficienza energetica degli edifici.
Nel 2022 le spese degli enti territoriali siciliani sono aumentate. Le spese correnti sono cresciute in connessione sia ai maggiori costi del personale sia ai rincari dei beni energetici. Nel contempo sono aumentati anche i trasferimenti in conto capitale a famiglie e imprese e gli investimenti diretti, che in prospettiva potrebbero ricevere ulteriore sostegno dalle risorse messe a disposizione nell’ambito del PNRR, che in Sicilia hanno finora riguardato principalmente il trasporto pubblico. L’utilizzo dei fondi a disposizione richiederà un rafforzamento della capacità di progettazione e di gestione degli appalti.
Le entrate degli enti territoriali siciliani sono aumentate raggiungendo livelli superiori al periodo pre-pandemico. Sebbene in miglioramento, le condizioni finanziarie degli enti siciliani rimangono critiche, risentendo della limitata base imponibile e della bassa capacità di riscossione.