Come evolverà il panorama politico siciliano? Come cambieranno gli equilibri all’interno del centrodestra? Di questo e di molto altro si è parlato nella puntata 311 di BarSicilia. Ospite in studio, insieme al giornalista Pietro Minardi e al direttore editoriale Maurizio Scaglione, il capogruppo di Fratelli d’Italia Giorgio Assenza.
Il focus sulla lotta alla mafia
Una puntata aperta con un focus dedicato alla lotta alla mafia. Hanno fatto scalpore le intercettazioni che hanno interessato alcuni boss della mafia. In alcuni passaggi, i malavitosi hanno attaccato la premier Giorgia Meloni, in particolare sulla conferma del regime di carcere duro. “Questa è la migliore risposta agli esponenti delle opposizioni che parlano di un rallentamento nella lotta alla mafia – ha sottolineato Giorgio Assenza -. Le misure carcerarie vanno applicate meglio. Abbiamo casi di detenuti che hanno contattato persone all’esterno con dei telefonini. Ci sono state misure precauzionali non sufficientemente applicate al caso concreto. E su questo si dovrà intervenire. Ma che il Governo Meloni stia portando avanti una convinta lotta alla criminalità organizzata è fuori da ogni dubbio. E le frasi dei boss intercettati lo confermano“.
L’elezione di Città Metropolitane e Liberi Consorzi
Il capofila meloniano a Sala d’Ercole ha parlato dei prossimi scenari politici, a cominciare dall’appuntamento elettorale di fine aprile sulle elezioni di Città Metropolitane e Liberi Consorzi. Enti in cui si voterà, come è noto, il prossimo 27 aprile. Il campo da gioco sembra definito. Il sistema sarà quello del voto di secondo livello. Ad esprimersi non saranno infatti i cittadini, bensì i sindaci e i consiglieri comunali. Una scelta inevitabile secondo lo stesso Giorgio Assenza. “Intestardirsi su questo processo per aggirare la Delrio era un accanimento terapeutico. Le elezioni di secondo livello non sono il miglior modo di espressione democratica, ma sono pur sempre preferibili ai commissariamenti che, nella mia provincia, si trascinano da quindici anni“.
Ma la volontà del capogruppo di FdI, così come del resto del centrodestra siciliano, è quella in futuro di ridare la parola agli elettori. Senza un aiuto del Governo Nazionale, l’operazione è impossibile. Il soccorso potrebbe arrivare fra il 2026 e il 2027, quando a Roma si potrebbe valutare una norma per abolire il vecchio sistema dettato dalla legge Delrio. Il rischio, in quel caso, sarebbe però quello di mischiare le carte, con enti che andranno al voto di primo livello ed altri, eletti con il sistema di secondo livello, che potrebbero andare avanti fino alla scadenza naturale del mandato. “Il rischio c’è – sottolinea l’esponente di Sala d’Ercole -, ma penso che a livello nazionale si farà una norma transitoria che accelererà la scadenza naturale degli enti eletti con votazioni di secondo livello“.
L’attualità politica: il fermento moderato e la scheggia De Luca
L’attualità politica però non è fatta solo di elezioni provinciali, bensì di tutti i movimenti all’interno della coalizione di centrodestra. Nell’ala moderata, da mesi, si registra un certo fermento. Dall’asse fra Totò Cuffaro e Saverio Romano al triangolo politico fra Roberto Lagalla, Raffaele Lombardo e Gianfranco Miccichè. Movimenti ai quali Giorgio Assenza guarda con grande interesse.
“Il patto federativo, per quello che so, prevede un’affiliazione con Forza Italia. Mossa peraltro già vista alle scorse elezioni europee. Il dato di Forza Italia è la somma di quattro o cinque partiti. Quello che trovo interessante è che queste forze non mettono in discussione il centrodestra. Che il perimetro della nostra coalizione si allarghi, è una cosa a cui necessariamente dobbiamo guardare con favore. Poi è chiaro che ogni partito ha la sua anima. Fratelli d’Italia resta Fratelli d’Italia e resta il partito guida della coalizione a livello nazionale ma penso anche a livello regionale“.
A scompigliare le carte potrebbe essere Cateno De Luca. Il sindaco di Taormina sta pensando al proprio futuro e a quello del suo soggetto politico, ovvero Sud Chiama Nord. La sensazione è che le strade si possano dividere. Ma la domanda è: cosa vuole fare De Luca da grande? Un quesito al quale Giorgio Assenza prova a dare qualche risposta, aggiungendo però alcuni interrogativi chiave. “Cateno De Luca deve fare una scelta. Se vuole far parte del centrosinistra, facendo le primarie, è un affare suo. Se invece vuole guardare con interesse al centrodestra, lo dica chiaramente. Il centrodestra deve mettere dei paletti. Se è con noi, lo dica chiaramente. In quel caso elaboreremo assieme le prospettive della politica futura. Ma va fatto ovunque. Non è che a Messina e a Taormina si fa una scelta, e nel resto della Sicilia se ne fa un’altra. Questo non può esistere“.
Il futuro: l’asse fra Schifani e Galvagno
Pensando al futuro invece, nel centrodestra si è registrato un ritrovato accordo fra il presidente della Regione Renato Schifani e il presidente dell’Ars Gaetano Galvagno. Dialogo sancito da alcuni gesti che non sono passati inosservati alla Bit di Milano. Un ritrovato amore che lascia pensare ad un possibile bis alle elezioni regionali del 2027.
“Che ci sia sintonia fra le due istituzioni è sotto gli occhi di tutti. C’è stato qualche momento di diversità di vedute su alcuni iter normativi, ma c’è stata sempre alta collaborazione. Così purtroppo non è stato nella scorsa legislatura, dove il presidente dell’Ars era il principale ostacolo al Governo Musumeci. Una ricandidatura è possibile. Credo che le condizioni ci potranno essere. Viviamo in un periodo di liquidità politica impressionante. Quello che sembra scontato oggi, potrebbe sembrare superata fra una settimana. Ma credo che andiamo verso una riconferma del centrodestra al Governo”.