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E’ il capogruppo all’Ars del Movimento 5 Stelle Nuccio Di Paola l’ospite della puntata numero 188 di Bar Sicilia, con il quale il direttore responsabile de ilSicilia.it e il direttore editoriale Maurizio Scaglione hanno parlato di elezioni regionali, del momento che vivono i pentastellati con la diatriba Conte-Di Maio dopo l’elezione del Capo dello Stato, di governo Draghi, del futuro amministrativo di Palermo e di tanto altro ancora.
Prima domanda sullo stato di salute del M5S dopo il voto per l’elezione del Capo dello Stato e sullo scontro Conte -Di Maio che ne è scaturito: “Devo dire che durante le operazioni di voto per il Quirinale ho riscontrato un’autorevolezza maggiore riconosciuta ai delegati delle Regioni rispetto ai ‘romani’, a chi si è fatto trovare impreparato a una scadenza che da 7 anni si sapeva che ci sarebbe stata – afferma -. Un minimo di scontro c’è stato anche nel Movimento 5 Stelle, un confronto anche forte, come stiamo vedendo anche su sui giornali in questi giorni, però di fatto lasciatemi dire che chi ha avuto la gestione tutto questo, che è stato il centro-destra con Salvini, è andato a sbattere contro un muro. Chi secondo me ne esce maggiormente sconfitto è il centrodestra targato Salvini“.
A questo punto si parla del M5S in Sicilia e del suo futuro, in particolare del ritardo sulla nomina dei referenti regionali che nell’Isola, dove a breve si susseguiranno diverse importanti tornate elettorali, si fa sentire più che altrove: “La Sicilia è a Statuto speciale, quindi noi di fatto siamo sempre un po’ più indipendenti rispetto alle scelte romane – scherza Di Paola stuzzicato su un possibile ‘commissariamento da parte di Conte dei pentastellati isolani – Io ho incontrato Giuseppe Conte in questi giorni col quale abbiamo parlato dell’importanza della Sicilia nello scenario politico nazionale. Abbiamo parlato di come il gruppo siciliano del M5S abbia portato dei risultati negli anni e lui lo ha riconosciuto. Sui nomi il fermento ci sta, però serve organizzazione, l’abbiamo chiesto con forza a Conte, che però è alla guida del M5S da soli 6 mesi. In questo breve periodo abbiamo già completato l’organizzazione nazionale. Abbiamo chiesto celerità per le prossime scadenze elettorali sulla nomina del referente regionale e io personalmente ho chiesto che venga nominato all’interno del gruppo dei deputati all’Ars“.
Domanda sulle primarie: Di Paola mette in cantina l’ipotesi di ricorrere ai gazebo per la scelta dei parlamentari: “Le primarie sono un metodo che negli anni è stato introdotto dal Pd, il M5s ha introdotto le parlamentare on-line, che non sono mai state divisive perché non abbiamo mai fatto campagna elettorale. Se penso alle primarie del PD con i gazebo e l’euro da pagare per partecipare, che rispetto, in passato hanno sempre diviso e creato tensioni: ricordo le primarie del 2012 qui a Palermo tra Fabrizio Ferrandelli, Rita Borsellino e Davide Faraone ci furono liti pazzesche. Se dobbiamo andare in coalizione inventiamoci un metodo innovativo che possa unire queste diversità e non divida. Dobbiamo cercare di unire e includere quanto più possibile”. E le parlamentarie online del M5S? “Io sono più per fare utilizzare un metodo interno alla coalizione“.
Di Paola esprime un parere sul governo Draghi, che ha sostituito Conte a Palazzo Chigi un anno fa: “Premetto che a me i tecnici che vanno al governo non piacciono, preferisco i politici che poi devono essere valutati dai cittadini – afferma Di Paola – Però devo dire che il presidente Mattarella, un anno fa. a un certo punto nel momento di crisi più nera della Repubblica, quello della pandemia che stiamo attraversando ancora tutt’ora, ha spiegato che c’era bisogno che tutti i partiti che sono rappresentati in Parlamento sostenessero un governo molto forte, con una maggioranza larga. Quando il presidente Mattarella Indipendente ha chiamato all’appello tutte le forze politiche dicendo che si doveva dare forza al nostro governo anche per un discorso europeo e internazionale, tutti i partiti hanno risposto con responsabilità, Infatti all’interno ci sono partiti che spesso tra di loro non dialogavano o comunque erano erano in forte scontro”.
E sulle misure ‘bandiera’ del M5S, cavalli di battaglia pentastellati sui quali Draghi non ha lesinato modifiche, come con il reddito di cittadinanza, e sospensioni ‘ab libitum‘ come con il cash back di Stato: ” Non tutte le misure che sta facendo il governo Draghi sono buone, lo dico con molta onestà. Abbiamo fatto di tutto per mantenerlo e rilanciarlo, è una misura che ha dato nuovo slancio all’edilizia al Sud e ha creato posti di lavoro“.