Domina la città di Palermo dall’alto. È Bellolampo, ma guai a chiamarla “discarica” davanti all’amministratore unico di Rap, Girolamo Caruso.
Il nostro obiettivo è quello di trasformare questo che nell’immaginario della città è semplicemente una discarica in un vero polo impiantistico. Utilizzeremo fondi del Pon metro e del Pnrr. Con i primi, circa 40 milioni di euro, realizzeremo un impianto per il trattamento dei vari ingombranti di Palermo e dei comuni della provincia e un altro impianto, che, invece, tratterà la frazione organica della raccolta differenziata, per trasformare questi rifiuti in biometano. Con i fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza, invece, che sono circa altri 40 milioni, realizzeremo un impianto di valorizzazione della frazione secca, sempre da raccolta differenziata. Parliamo, quindi, di vetro, plastica e altro, in modo che il ritorno, attraverso quello che era il conferimento sulle piattaforme Conai, sia più interessante dal punto di vista economico. Tutte queste iniziative, in buona sostanza, dovrebbero darci non meno di 15-20 milioni di euro di ricavi netti all’anno. È questa la nostra idea per fare grande la Rap. Tutto ciò è un “giocattolino” da complessivamente non meno di 100 milioni di euro. È ovvio che, tenuto conto del tipo di alta professionalità che serve per portare avanti queste attività, l’ideale sarebbe riuscire a mettere in piedi una partnership con un soggetto di minoranza, probabilmente anche un soggetto privato. L’importante, però, è che Rap tenga il controllo di tutto. A questo punto, avremmo la possibilità di avere degli utili e anche chiaramente di avere una rete che ci consente di entrare in quello che è il mondo dell’industria.
Quindi, dice che i rifiuti sono una ricchezza? E pensare che per un periodo sono stati portati fuori dalla Sicilia…
Nell’anno e mezzo precedente a quello mio è stato creato un danno di circa 35 milioni di euro. Sono stati allontanati i rifiuti senza chiedersi se fosse possibile fare qualcosa per superare l’emergenza in altro modo. Noi, invece, abbiamo constatato che ci sono tutte queste vecchie vasche. I rifiuti nel tempo si comprimono. Abbiamo puntato ad avere le autorizzazioni necessarie per le “livellette”, cioè le quote di queste discariche. Nel tempo, si abbassano. In questo modo, abbiamo recuperato centinaia di migliaia di metri cubi. Non bisogna far altro che riaprire i teli. Questo ci ha consentito, intanto, di fare la cosiddetta terza vasca bis, circa 100mila tonnellate di rifiuti, cioè fra i tre e i quattro mesi di Palermo. Poi, la quarta, che è quella che stiamo utilizzando adesso. Sono altre 260mila tonnellate, quindi l’equivalente di altri otto o nove mesi. In questo modo, abbiamo superato qualunque crisi. A dicembre avremo una prima tranche della settima vasca, altri 150.000 metri cubi. Tra aprile e maggio, ci sarà una seconda tranche, altre 150mila tonnellate. e Alla fine del prossimo anno, avremo a disposizione l’intera settima vasca. Sappiamo già che non durerà tre anni, come nelle previsioni iniziali. Quindi, serve una settima bis, che mi consente di arrivare ai primi del 2025 senza avere grossi problemi.
Oggi l’azienda è in sofferenza. Mancano 800 operai. Quanti ne servirebbero per riuscire a completare la trasformazione dell’impianto di Bellolampo?
Quelli che abbiamo già chiesto e che la nuova amministrazione ci ha appena concesso, parliamo di poco oltre 300 operai e poco meno di circa 50 autisti possono già andar bene per iniziare. Se volessimo fare tutto e subito servirebbero almeno altre 100 persone. Però, perché non valutare l’idea di una partnership con qualche altra partecipata?
Il termovalorizzatore si farà oppure no?
È evidente che senza termovalorizzatori non abbiamo dove andare. Però, è pur vero che la decisione ovviamente è solo ed esclusivamente del nuovo governatore della Sicilia. Il là dell’iniziativa termovalorizzatore ovviamente spetta a Renato Schifani.