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per il decreto trasparenza carburanti

Benzinai-Governo, scatta la tregua: sciopero congelato

sabato 14 Gennaio 2023
Lo stop proclamato per il 25 e 26 gennaio, già pubblicato sul sito del garante, potrebbe saltare. Il 17 gennaio è previsto un nuovo incontro tra le parti e intanto le organizzazioni dei sindacati dicono: “Bene il chiarimento”.

Per quanto riguarda lo sciopero, per revocarlo, i gestori delle pompe vogliono prima vedere il testo del decreto sulla trasparenza dei carburanti che, tra le altre cose, dovrebbe obbligarli ad esporre anche il prezzo medio giornaliero, dovrebbe inasprire le sanzioni per chi non si adegua e fissare un tetto al prezzo in autostrada.

Il testo del decreto, potrebbe essere pubblicato a partire da oggi in Gazzetta Ufficiale. Si tratta di un testo che contiene le modifiche apportate dopo le polemiche sul mancato rinnovo degli sconti del governo Draghi, col Consiglio dei ministri che ha stabilito che se il prezzo del greggio dovesse aumentare l’Iva in più incassata andrà a finanziare le riduzioni del prezzo alla pompa, ritoccando una norma sulle accise mobili del 2007.

Il governo ha voluto quindi incontrare i rappresentanti dei benzinai per rassicurarli sull’intenzione tutt’altro che punitiva del dl varato che però, di fatto, aumenterà gli oneri per i gestori, chiamati ad un ulteriore sforzo di trasparenza sui prezzi. L’obiettivo è punire chi già oggi non rispetta le regole, come quei 4 mila benzinai che non comunicano al ministero i prezzi giornalieri praticati agli automobilisti, come ha spiegato il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso. Circa il 20% del totale, ha aggiunto il ministro, non comunica mai il prezzo di vendita al ministero, dunque il governo prevede di incrementare le sanzioni fino alla sospensione per chi non rende pubblici i listini.

Resta comunque il problema dei prezzi dei carburanti che impongono di stanare gli speculatori. Un tema che le associazioni dei consumatori hanno affrontato direttamente con il ministro Urso. Il prezzo finale dei carburanti, spiega il Codacons, “risente anche di fenomeni di speculazioni finanziaria non necessariamente correlati al costo del barile”, tanto è vero che nonostante le quotazioni dei prodotti raffinati siano scese tra il 30 dicembre e il 10 gennaio, il calo “non si è riflesso sui prezzi alla pompa”

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