Questa mattina la Regione Siciliana attraverso la direzione degli uffici della Biblioteca regionale universitaria di Messina ha provveduto a chiudere le pendenze con i legittimi crenditori degli immobili in cui sono ubicati gli uffici e i depositi della biblioteca stessa, liquidando i pagamenti ai quali non si era ancora provveduto.
Questa la notizia che risolve mesi di incertezze e ipotesi. Il futuro della Biblioteca Regionale Giacomo Longo di Messina, che sembrava appeso a un filo, oggi conclude il suo iter.

“Abbiamo chiuso ufficialmente queste pendenze e le abbiamo pagate, è il momento che tutto torni alla normalità“, ci dice l’architetto Orazio Micali, direttore ad interim della Biblioteca regionale di Messina.
La Regione Siciliana ha allineato così la posizione contabile generale e “ha riportato alla normalità i rapporti con le proprietà che ovviamente erano critiche“.
Il mese scorso era stato lanciato l’allarme sul rischio chiusura anche in funzione dello sfratto. Si parlava di un trasferimento, cosa inammissibile dato il valore di un luogo di memoria storica per la città, che custodisce un patrimonio di 600 mila volumi. Tantissime le notizie venute fuori dalla stampa riguardo il crudele destino della biblioteca e altrettanto numerosi gli allarmismi da parte di politici.
La Biblioteca rischiava di rimanere senza una sede stabile. L’emeroteca, attualmente ospitata in locali privati, è stata oggetto, appunto, di uno sfratto esecutivo.
Le criticità tra la Regione Siciliana e la biblioteca regionale da una parte e i proprietari degli immobili nella qualità di creditori, dall’altra, ai quali non erano stati pagate le quote di locazione, legittime spettanze che avevano posto le basi per una conflittualità.
Si era chiesto, infatti, al Governo regionale di intervenire con estrema urgenza. Stanziare risorse straordinarie utili a garantire la continuità del servizio, individuare sedi pubbliche adeguate, anche temporanee, dove trasferire il patrimonio, e avviare la digitalizzazione integrale dell’emeroteca, per proteggerne i contenuti e garantirne l’accessibilità.
Tutto è bene quel che finisce bene. Una serie di richieste che hanno avuto esito positivo.
Ad oggi una boccata di aria fresca. Un luogo di conoscenza e ricerca che rischiava di venire meno all’intera comunità, può restare alla portata di essa.