“Non c’è nessun buco di bilancio. Nel 2019 il governo regionale era stato autorizzato a spalmare il disavanzo in 10 anni e si stava facendo così. Poi ieri la Corte dei Conti ha ritenuto che questo decreto legislativo che autorizzava la spalmatura fosse incostituzionale e ha sospeso il giudizio di parifica e quindi, prima ancora che si pronunci la Corte Costituzionale tra qualche mese, è mio dovere intervenire per far fare al Governo nazionale un chiarimento sulla bontà di questo decreto legislativo che io ritengo pienamente legittimo”, ha dichiarato il presidente della Regione Renato Schifani in merito alla decisone della Corte dei Conti di sospendono “il giudizio su parifica 2020 e la decisione definitiva”.
“Stiamo utilizzando dei fondi europei che erano destinati ad altro ma che rischiavamo di perdere per assenza di progetti. Mi sono reso conto che la Sicilia perde moltissimi fondi europei per mancanza di progettualità. Non ci sono i progetti, stiamo studiano un intervento che determini lo stanziamento di un certo importo attraverso cui potere utilizzare anche forze esterne”.
“Abbiamo già stanziato in giunta regionale un pacchetto di 360 milioni, 250 dei quali sono per il caro bollette delle imprese, 70 per il caro bollette del mondo dell’agricoltura e 50 milioni per tutti coloro i quali attuano progetti di risparmio energetico. Annuncio che a breve la prossima giunta delibererà lo stanziamento di altri 200 milioni per le famiglie. Noi contiamo di riuscire a dare ad ogni famiglia che non superi un centro reddito almeno 1.000 euro e poi di stanziare 300 milioni per sgravi contributivi e fiscali ai nuovi assunti”.
“Quindi non si tratta di buco di bilancio – ha aggiunto Schifani – ma della interruzione di un processo di rientro dal disavanzo pubblico che era stato autorizzato da un decrepito firmato Draghi-Mattarella“.
“C’è un conflitto tra poteri – ha aggiunto Schifani – e questo è palese perché quando la Corte dei Conti impugna davanti alla Corte Costituzionale un provvedimento del Governo… tanto che ieri il presidente della Corte dei Conti ha dichiarato che l’ordinanza che stava leggendo sarebbe stata notificata al Mef, al governo perché è controparte, sennò non l’avrebbe notificata al Mef”.
“Io lavorerò perché non si arrivi al giudizio della Consulta – ha proseguito – perché passa troppo tempo. Il mio dovere è quello di evitare il proseguirsi di tale vicenda con una norma nazionale che possa confermare quello che già fa parte del decreto. Sto lavorando attivamente e spero fattivamente per queste e spero nell’interesse dei siciliani, al di la delle critiche. Mi riferisco a tutto il centordestra, un richiamo alla responsabilità a tutti gli eletti del centrodestra”.