“Sono passati 43 anni da quel 21 luglio 1979 in cui veniva ucciso a Palermo Boris Giuliano. Il capo della Squadra Mobile di Palermo veniva colpito alle spalle da 7 colpi di pistola sparati dal mafioso Leoluca Bagarella“. A ricordarlo è la Polizia di Stato che aggiunge: “Giuliano fu tra i primi a indagare sui legami tra la mafia siciliana e quella americana e a intuire l’importanza di aggredire i patrimoni per togliere linfa vitale all’organizzazione mafiosa. Fine investigatore ma anche uomo e poliziotto dal cuore grande, ancora oggi d’esempio per chi opera in prima linea nel contrasto alla criminalità organizzata“.
Questa mattina, in via Francesco Paolo Di Blasi, si è svolta la commemorazione a Palermo. Presenti il vice sindaco Carolina Varchi, che ha partecipato in rappresentanza dell’Amministrazione comunale, il questore Leopoldo Laricchia, il presidente dell’Ars Gianfranco Miccichè, l’assessore regionale ai Beni culturali Alberto Samonà, il prefetto di Palermo Giuseppe Forlani, insieme alle più alte cariche civili e militari della Città, erano presenti anche i familiari di Giuliano.
“Nonostante siano passati 43 anni dal giorno del barbaro omicidio, il nome del Commissario Boris Giuliano, ucciso da vile mano mafiosa, è impresso nella memoria dei siciliani come fulgido esempio di onestà, correttezza, alto senso delle istituzioni. Onorarne oggi la memoria significa dire forte alla mafia che la Sicilia non si piega alle logiche criminali e non abbassa la testa, che la tensione morale e l’impegno per affermare lo stato di diritto vivono nei siciliani onesti. Boris Giuliano va iscritto tra i grandi siciliani che hanno onorato la nostra Terra e il suo tributo di sangue è quello di un eroe dei nostri giorni che testimonia, con il suo triste esempio, l’alto prezzo in termini di vite umane che la Sicilia ha pagato nella lotta alla mafia. Che il suo vivido ricordo possa essere d’esempio ai giovani a cercare sempre verità e giustizia senza scorciatoie. A Selima Giorgia Giuliano e alla famiglia la nostra gratitudine per la testimonianza portata avanti con la loro vita“, ha detto questa mattina l’assessore regionale dei beni culturali e dell’Identità siciliana Alberto Samoná
“Boris Giuliano – ha detto il vice sindaco durante la manifestazione – fu un investigatore acuto che con i suoi metodi innovativi seppe imprimere svolte importanti a indagini che hanno consentito di assestare un duro colpo alla criminalità organizzata. Per noi è un dovere ricordarlo e fare tesoro del suo operato. Il Comune di Palermo si batterà per affermare la legalità in ogni segmento della pubblica amministrazione”.
LAGALLA
“La morte di Boris Giuliano non è stata vana. A quarantatré anni dall’agguato per mano mafiosa occorre ricordare l’eredità lasciata dal capo della Squadra mobile di Palermo, il quale, con grande fiuto investigativo, ha introdotto importanti innovazioni nei metodi di indagine sul contrasto alla criminalità organizzata. Per questo oggi ricordiamo un grande esempio di servitore dello Stato, tra i primi investigatori a portare avanti una dura lotta a Cosa nostra”, ha dichiarato il sindaco Roberto Lagalla.