“Il mio avversario offende da settimane l’intelligenza dei messinesi. Recita da plagiatore senza scrupoli. Ci sono centinaia di menzogne che ha messo in circolazione e che abbiamo smascherato”. Così Dino Bramanti, candidato sindaco del centrodestra torna all’attacco di Cateno De Luca a pochi giorni dal ballottaggio di domenica che deciderà il nome del nuovo primo cittadino di Messina. E’ scontro senza tregua tra i due rivali e Bramanti non usa mezzi termini per lanciare nuove bordate all’indirizzo del deputato.
“La piega che sta prendendo questa campagna elettorale – ha detto Bramanti – mi preoccupa, così come mi inquieta un clima che non rende più sereno né me né i miei affetti più cari. Ma più di ogni altra cosa mi preoccupa il futuro di Messina, che merita di avere un sindaco che usi parole di verità, parole di serietà, parole di concretezza. Non mi allarmano soltanto le fake-Cateno su promesse che sa di non poter mantenere, il casinò a Palazzo Zanca o i tram volanti, mi inquieta soprattutto un clima di continuo dileggio e denigrazione dell’avversario, un clima che ha esacerbato gli animi della piazza e che mi ha visto costretto a recarmi presso le forze dell’ordine. Se inciti la piazza prima o poi ci sono rischi che vanno ben oltre gli insulti e le minacce dei leoni da tastiera che da due mesi imperversano contro me e la mia famiglia. Per questo mi sono recato in Prefettura ed in Questura per rappresentare i timori di un padre di famiglia che sinceramente vuol contribuire alla crescita di Messina, la mia città, la città che amo. Il mio avversario non si è limitato nei comizi a dire fandonie sui casinò, ma, dopo aver indirizzato le solite calunnie nei miei confronti è andato oltre. Si è inventato una scorta che non esiste e che nessuna forza dell’ordine gli ha mai dato. E’ arrivato persino a dire di aver trovato manette appese alla sua porta e che sarei stato io il mandante. Non vorrei che la sua delirante fantasia continuasse a galoppare sempre più rapidamente verso una china che è pericolosa per tutti noi. Se davvero De Luca amasse Messina come se fosse la sua città, se amasse Messina come la amo io, avrebbe a cuore le sorti di un’amministrazione che necessita di serenità e stabilità”.
“Sono preoccupato – conclude Bramanti – per le centinaia di famiglie di chi lavora nelle partecipate che il cantastorie De Luca vuole chiudere, per le migliaia di famiglie di chi lavora al Comune e nelle circoscrizioni e che non hanno alcuna possibilità di essere trasformati in “croupier”. Sono preoccupato perché senza Messinambiente, Amam, Atm, senza adeguato personale al Comune e senza circoscrizioni non potranno essere garantiti i servizi, la pulizia, il decoro. Torneremmo nell’era delle caverne. Mi preoccupa il clima di esasperazione dei toni e delle accuse verso me in ogni comizio che hanno spinto numerose persone a mandarmi messaggi inquietanti ed è questo che ho rappresentato alle forze dell’ordine. Un tempo la piazza era Agorà, luogo di confronto e nel quale nascevano le idee. Oggi la piazza è diventata arma da brandire contro il competitore elettorale. Il mio appello è ai messinesi, affinchè comprendano che non è con il dileggio e con le falsità che si amministra una città. Serve la verità anche se non è magari così allettante come un comizio di Cetto La Qualunque”.