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La seduta a Sala d'Ercole

Brusca frenata all’Ars: salvi i fondi per la formazione, ma parte la corsa contro il tempo per la manovra quater

mercoledì 1 Ottobre 2025

I 100 milioni del Pnrr destinati alla formazione sono salvi. Se da un lato all’Ars si esulta per il mancato rischio, dall’altro le ripercussioni dei netti ritardi si faranno sentire nei giorni a seguire.

E’ stata una giornata movimentata e segnata dallo smarrimento quella andata in scena ieri a Palazzo dei Normanni. La settimana sarebbe dovuta iniziare con un’importante accelerazione in II Commissione Bilancio, presieduta da Dario Daidone, per completare il testo la manovra quater, e chiudere con il parere sul disegno di legge, proveniente da Roma, che introduce la figura del deputato supplente. Dopo il vertice di maggioranza “straordinario”, convocato a Palazzo d’Orleans dal presidente della Regione Renato Schifani, lunedì mattina, il cielo appariva schiarito da qualsiasi contrattempo o malumore tra i banchi di Sala d’Ercole. L’imprevisto è però dietro l’angolo e a stravolgere i piani dell’Ars è stato l’assessore all’Istruzione e Formazione professionale Mimmo Turano. Una mossa e una richiesta urgente: la Sicilia, infatti, era sull’orlo di perdere un bacino cospicuo di risorse del Pnrr.

Tutti i piani sono saltati all’aria. In Commissione Bilancio una brusca frenata ha rallentato l’esame degli interventi territoriali presentati dai singoli deputati, mentre il ddl sull’incompatibilità tra la carica di assessore regionale e l’ufficio di deputato regionale è stato depennato dalla liste delle priorità in agenda.

Una vera corsa contro il tempo che ha scatenato l’ira delle opposizioni, che da un momento all’altro, all’ultimo minuto, hanno visto i punti all’ordine del giorno totalmente stravolti.

La norma, dopo un lungo pomeriggio di polemiche, è stata approvata con 32 voti favorevoli e 22 astenuti. 

Il serrato cronoprogramma, però, è ora a rischio e, soprattutto, in Commissione Bilancio bisognerà rimboccarsi le maniche per rientrare nei tempi prestabili.  

Il testo e le novità

L’iter ha compiuto i primi passi questa mattina in V Commissione Cultura, formazione e lavoro, presieduta da Fabrizio Ferrara. Il testo, di natura tecnica, su urgenza dell’assessore Turano ha incassato anche l’ok lampo da parte della II Commissione Bilancio. Una richiesta avanzata al presidente Daidone anche dall’assessore all’Economia Alessandro Dagnino.

Ma perché così tanta fretta? La scadenza ultima per l’approvazione del ddl era prevista per ieri, martedì 30 settembre. Pena la perdita di 100 milioni di euro destinati alla formazione. 

La norma modifica la legge regionale 14 dicembre 2019 n.23, che istituire e disciplinare il sistema regionale della formazione professionale, definendola come uno strumento di politica attiva del lavoro, mirando a favorire l’occupazione, l’inclusione sociale e la crescita della professionalità dei lavoratori, in linea con gli obiettivi dell’Unione Europea.

I punti che hanno ottenuto ieri il via libera da parte di Sala d’Ercole spingono l’offerta formativa “a promuovere percorsi formativi finalizzati all’acquisizione di competenze con particolare attenzione ai settori chiave della crescita intelligente e sostenibile, tra i quali la green economy, la blue economy e l’innovazione tecnologica“. In tal senso sono ritoccati l’articolo 12, relativo le modalità di accesso ai percorsi, l’articolo 16, contenente il sistema di certificazione, e l’articolo 18, che articola la programmazione del sistema regionale della formazione professionale.

Le spiegazioni dell’assessore Turano

Prima di sospendere la seduta d’aula, per permettere agli uffici di predisporre la relazione, il vicepresidente dell’Ars Nuccio Di Paola, ha dato parola all’assessore Turano.

Chiedo un momento di comprensione anche politica. La mancata approvazione determinerebbe una penalizzazione da parte del Governo italiano. Con l’attribuzione dei fondi del Pnrr sono state negoziate una serie di riforme. Alcune sono in capo allo Stato, altre, residuali, in capo alle Regioni, a cui lo Stato ha dato tempo di legiferare. Tra le riforme quella del disallineamento, Riforma 5, che riguarda il piano delle nuove competenze“. Ha spiegato l’esponente leghista della giunta Schifani.

Abbiamo una legge sulla formazione che ha previsto modifiche importanti nel 2019 – ha spiegato – poi il Governo ha pensato di modificare quella legge introducendo ulteriori principi. La legge di riforma approvata dal Governo e inviata puntualmente all’Assemblea regionale ancora non era stata incardinata. Siamo stati assorbiti dalle variazioni di bilancio. Abbiamo saputo della scadenza del 30 settembre solo a fine agosto. Gli uffici della Regione hanno negoziato con l’unità di missione, che poi si confronta con Bruxelles, su quelle modifiche minimali di allineamento di competenze, affinché si potesse azzerare il disallineamento. Per fare questo, mi sono preoccupato nelle variazioni di bilancio del mese di agosto di parlare con i colleghi per inserire un emendamento ordinamentale che risolvesse questo problema, per rispettare la scadenza e mettere in sicurezza il rischio che qualcuno potesse pagare delle penalità. Molti colleghi mi hanno spiegato che non c’era lo spazio per un emendamento di quel tipo, ma negli accantonati della nuova manovra sì. Ho atteso i lunghi lavori della Commissione Bilancio e sono intervenuto per rappresentare l’urgenza e anche il mio collega, l’assessore Dagnino. Ho chiesto al presidente Daidone di incardinare il testo, vista l’urgenza. Non stiamo stravolgendo la legge della formazione, né ampliando la platea degli enti di formazione“.

Turano, alla fine, ha ringraziato maggioranza e opposizione: “Chi mi conosce sa che i suggerimenti che mi sono venuti dall’aula mi impongono di essere molto riconoscente nei confronti delle opposizioni. Il provvedimento di oggi non avrebbe potuto vedere la luce senza la solidarietà e la responsabilità della minoranza, che ringrazio in maniera sincera e accorata“.

La rabbia delle opposizioni

Le opposizioni sono subito insorte. A prevalere è stato l’interesse per la Sicilia e un vasto e cospicuo bacino di risorse essenziale per lo sviluppo di un settore delicato come quello della formazione. Un via libera, però, condito e accompagnato dalle polemiche. 

Di peso le accuse rivolte al Governo e all’assessore Turano da parte del Partito Democratico e del Movimento 5 Stelle, in particolar modo, dai due capigruppo.

Con la richiesta di approvazione in zona Cesarini della norma salva fondi Pnrr sulla formazione professionale, l’assessore Turano e tutto il governo Schifani hanno dimostrato ancora una volta la loro totale approssimazione e mancanza di concertazione con il territorio e gli enti di settore. Una norma arrivata in Ars in colpevole grave ritardo e con la richiesta di una approvazione in fretta e furia per non esporre il Governo alla perdita di 100 milioni di euro, nonostante sapessero da mesi dell’esistenza di tale scadenza. Risulta evidente che il Governo e per esso l’assessore Turano hanno voluto evitare il confronto con enti e sindacati prima e con i partiti e i parlamentari dopo. Se da un lato le opposizioni hanno mostrato senso di responsabilità consentendo alla norma di approdare in Parlamento e di essere approvata, dall’altra il governo Schifani persevera nella sua totale e palese inadeguatezza a governare la Sicilia“. Ha attaccato il pentastellato Antonio De Luca. 

Più duro il leader di Controcorrente Ismaele La Vardera:Non siamo i camerieri del Governo. Usate questo Parlamento come un bancomat. In segno di protesta non ci sarò durante la votazione. Lascio i lavori. Non presterò mai il fianco ad un Governo incapace di programmare“.

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