E’ stata eseguita ieri presso la camera mortuaria dell’ospedale San Vincenzo di Taormina l’autopsia sul corpo al momento ancora senza identità rinvenuto in mare venerdì scorso nelle acque della baia di Taormina. Il cadavere smembrato, individuato all’altezza di Isolabella e recuperato in prossimità del porticciolo Saia (Giardini Naxos) è stato sottoposto all’apposito esame autoptico dal medico legale, su disposizione della Procura di Messina, nell’ambito delle indagini sovrintese dal magistrato dott. Francesco Massara. E’ stato effettuato, in particolare, dal medico legale il prelievo del Dna che potrà risultare fondamentale per provare ad individuare l’identità del cadavere. Gli accertamenti sul corpo sono avvenuti alla presenza del personale della Guardia Costiera di Giardini Naxos e della Capitaneria di Porto di Messina. E proprio la Guardia Costiera di Giardini ha trasmesso adesso i campioni del Dna ai Carabinieri del Ris di Messina.
Al momento l’unico elemento emerso dall’autopsia è che il cadavere trovato nelle acque di Taormina è di sesso maschile, ma si attende soprattutto che venga svelato il tempo di permanenza in acqua del cadavere: un aspetto, questo, che potrà essere utile per accertare la compatibilità del corpo trovato in mare con le situazioni di scomparsa che si sono verificate in questi anni. L’anatomopatologo incaricato fornirà nelle prossime settimana le risultanze degli esami che potranno dare una svolta alle indagini.
Già in questi giorni, intanto, stanno pervenendo alla Guardia Costiera di Giardini, incaricata per le indagini, diverse telefonate da parte dei familiari di persone scomparse in questi anni. Si tratta di contatti che arrivano dalla zona di Catania, ma anche dalle Eolie sino alla Calabria. C’è stretto riserbo tra gli uomini della Guardia Costiera, diretti dal Comandante Cosimo Arizzi, che attendono gli esiti fondamentali dell’autopsia effettuata ieri ma che nel frattempo stanno cercando di acquisire alcuni elementi in grado di avviare una selezione dei casi, per restringere cioè il cerchio di quelle che potrebbero essere le ipotesi di scomparsa realmente ricollegabili al cadavere misterioso.
Drammatica e inquietante l’immagine che si è presentata venerdì scorso davanti agli occhi della Guardia Costiera e dei subacquei dei Carabinieri di Messina che hanno individuato i poveri resti della vittima. Il cadavere privo di testa, braccia e gambe potrebbe essere rimasto chissà per quanto tempo in mare, in balia dei pesci sino a ridursi nelle strazianti condizioni in cui attuali. Non si può nemmeno escludere che il tronco fosse finito sui fondali e che in seguito sia rimasto forse imbrigliato nella rete di qualche pescatore, riemergendo sino all’avvenuto ritrovamento. Il Dna estratto ieri nel corso dell’esame autoptico avvenuto a Taormina verrà sottoposto nelle prossime settimane a degli specifici accertamenti di comparazione. Verrà confrontato cioè il Dna del corpo senza identità con quello di alcune persone di cui non si ha più nessuna traccia da mesi e anni recenti.
L’attenzione degli inquirenti, per risalire all’identità del cadavere misterioso si sta concentrando su una serie di casi di scomparsa avvenuti tra il 2014 e il 2017. Tra le vicende di scomparsa finite sotto la lente di ingrandimento della Guardia Costiera anche quello di un sub scomparso tre mesi fa nelle acque di Acitrezza. In quella circostanza un 56enne catanese si era immerso insieme ad un amico (avevano preso il largo da un gommone), raggiungendo una profondità di 60-70 metri. Al momento di risalire però è accaduto qualcosa: i due sub si sono persi di vista. E dopo il mancato rientro del disperso venne lanciato l’allarme ma vane si erano rivelate le ricerche. Ma è molto probabile che non si tratti del sub di Acitrezza, anche perché il cadavere recuperato qualche giorno fa, come detto privo di arti inferiori, sembra invece mostrare che la vittima indossava un paio di jeans e non una muta subacquea.
Nulla si può escludere ad oggi. Potrebbe trattarsi di un ritrovamento da ricondurre forse a una tragedia in mare avvenuta qualche tempo fa ma non si può del tutto escludere neppure l’ipotesi più terribile e cioè che possa anche trattarsi di un delitto. Il corpo, o per meglio dire quello che ne resta, galleggiava nello specchio d’acqua tra Taormina e Giardini ma era rimasto imbrigliato in un sacchetto da lancia, di nylon. Il cadavere potrebbe essere rimasto chissà per quanto tempo in mare, in balia dei pesci sino a ridursi nelle strazianti condizioni in cui si presentava venerdì mattina.