“Quello che avevamo preannunciato più di un mese fa si è puntualmente verificato, la società Cmc, già in grande sofferenza, ha chiesto di accedere al concordato preventivo”. L’assessore regionale delle Infrastrutture, Marco Falcone, dopo le notizie che interessano la grande azienda di costruzioni di Ravenna, impegnata in tre grossi appalti in Sicilia: la SS640 Agrigento-Caltanissetta, la SS121 Palermo-Agrigento (tratto Bolognetta-Lercara Friddi) e la Metropolitana di Catania svolti da Cmc per conto della Ferrovia Circumetnea.
Lo scorso 30 ottobre l’assessorato aveva disposto un’ispezione a sorpresa nei cantieri della SS 640, riscontrando cantieri deserti e “un’ingiustificata battuta d’arresto nei lavori”.
Ecco cosa scriveva Falcone il 30 ottobre su Facebook: «La società CMC deve essere mandata via dalla Sicilia. Fuori chi vuole bloccare tutto. Ieri (29 ottobre, ndr) a sorpresa abbiamo inviato degli ispettori al cantiere della Agrigento-Caltanissetta. Risultato? A lavoro non c’era nessuno e nessun progresso nell’opera è stato compiuto rispetto a tre mesi fa! L’Anas, gestore della strada, ha un contratto con CMC. Abbiamo chiesto di farlo rispettare. Oggi l’Anas deve stare al fianco della Regione e mandare via un’impresa che sta offendendo la dignità del popolo siciliano. In Italia per opere pubbliche da 100 mln e più ci vogliono in media 10 anni. Non possiamo più sopportarlo!».
Oggi le preoccupazioni dell’assessore non si placano e alza il tiro: “La nostra preoccupazione sull’andamento dei due grossi cantieri siciliani della Cmc, la strada degli scrittori Caltanissetta/Agrigento e la Agrigento/Palermo-Bolognetta, erano fondate e tali lavori vanno adesso maggiormente monitorati, così come occorre un’azione di tutoraggio sui lavori della Metropolitana di Catania svolti da Cmc per conto della Ferrovia Circumetnea”.
“Abbiamo chiesto al Ministero dello Sviluppo Economico di convocare un tavolo tecnico – ha concluso l’assessore Falcone – perché il Governo Musumeci vuole rapidamente capire se ci sono ancora le condizioni affinché Cmc rimanga in Sicilia per completare le opere, o se invece non sia arrivata l’ora, per la società, di passare la mano”.
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