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La presentazione

Canto lirico, danza e l’omaggio a Santa Rosalia: ha inizio l’Estate del Teatro Massimo di Palermo CLICCA PER IL VIDEO

giovedì 29 Maggio 2025

Il Teatro Massimo di Palermo apre le porte all’estate 2025, con una nuova commissione musicale dedicata a Santa Rosalia. Dal 22 giugno avranno inizio una serie di concerti e spettacoli, con un percorso artistico che intreccia memoria, identità culturale e apertura internazionale e che si sviluppa lungo cinque assi tematici fondamentali.

In primis la celebrazione di Santa Rosalia a 400 anni dal primo Festino, in continuità con le attività della scorsa estate per il quarto centenario dal rinvenimento delle spoglie della patrona di Palermo. Poi il dialogo fra musica e cinema, dai grandi classici del muto fino alla cinematografia italiana più recente, rappresentata da un compositore come Paolo Buonvino. La valorizzazione del canto lirico, patrimonio immateriale dell’umanità, con tre concerti dell‘Orchestra del Teatro Massimo e cantanti affermati o giovanissimi, prevalentemente siciliani. L’ampiezza e la profondità del repertorio corale, con una particolare attenzione alla musica sacra. Infine il rinnovato impegno per la danza e per il Corpo di ballo della Fondazione, una delle uniche quattro in Italia ad avere una compagnia stabile.

La programmazione dei concerti e degli spettacoli si svolgerà prevalentemente in Sala Grande, nel cuore della città che in estate accoglie migliaia di turisti, e si arricchisce di appuntamenti in sedi esterne di grande prestigio.

Due filoni distinti ma che si intrecciano parallelamente, l’estate young e il Massimo per la città. Il primo è dedicato ai complessi giovanili e alla crescita del loro percorso formativo, con un fitto programma di concerti, recital e performance nelle sale del Teatro, sulla scalinata monumentale, nelle piazze della città. Un laboratorio a cielo aperto per crescere artisticamente e confrontarsi con il pubblico.

Il secondo filone è un progetto di teatro diffuso nato per portare la musica oltre i confini fisici del Teatro, e coinvolge tutti i complessi del Teatro Massimo in una vasta campagna di concerti nei 25 quartieri cittadini, che iniziano in estate e proseguiranno nei mesi successivi.

Infatti, sono previsti appuntamenti in tutti i quartieri della città, dai monumenti storici (Palazzo Reale, Cappella Palatina, Orto Botanico) ai quartieri di Borgo Vecchio e Ballarò, alle periferie (Brancaccio, Sperone, Zen, Borgo Nuovo), includendo ospedali, scuole, chiese, carceri minorili, cortili, istituti militari e piazze, mettendo la musica al servizio della comunità cittadina.

Un progetto sociale che porta la musica di qualità in aree spesso escluse dai circuiti culturali, favorendo inclusione culturale e partecipazione diffusa.

Ci presentiamo con tutta una serie di novità che sono molto importanti nella struttura arrampicante che il Teatro Massimo ha avuto come simbolo culturale della città e dell’identità nazionale della musica e come agente cogente artistico all’interno della città di Palermo in collaborazione con tutte le istituzioni“. Le parole di Marco Betta, Sovrintendente del Teatro Massimo.
Tra la programmazione troviamo la collaborazione con Taormina, “è un appuntamento che il Teatro Massimo ha sempre avuto negli anni a fasi alterne, e questa collaborazione riprende quest’anno, ma poi ci saranno tanti nuovi progetti che annunceremo di volta in volta“.
Un incontro quello di oggi che è stato l’occasione per presentare il nuovo direttore artistico Alvise Casellati, che si è detto entusiasta di questo nuovo ruolo e nel rafforzare la programmazione e l’internazionalizzazione della programmazione artistica e la gestione delle masse artistiche.
Il Teatro Massimo è il centro propulsore della cultura palermitana, è anche un grande attrattore turistico sotto il profilo monumentale, ma è soprattutto il centro propulsore di una serie di iniziative culturali che si riversano su tutta la città, soprattutto sui quartieri più complessi“, continua Giampiero Cannella, vicesindaco e assessore alla Cultura del Comune di Palermo. “Quartieri che hanno una complessità sociale e una fame di cultura che il teatro riesce a colmare“.
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