La vostra Patti Holmes è diretta nel messinese, a Capizzi, conosciuta dagli antichi col nome di Kapition, Capitium, Urbs o Civitas Capitina. Gli abitanti, chiamati capitini, hanno affrontato guerre, peste, povertà e dure lotte, elementi che hanno temprato e forgiato il loro carattere. La città ricorda il duro atteggiamento dell’imperatore Federico II di Svevia che, minacciando di distruggere l’intero quartiere “casalini”, provocò la ribellione dei fieri abitanti, molti dei quali, per punizione, vennero deportati a Palermo, creando un nuovo quartiere di sfollati. La comunità partecipò attivamente ai moti dei Vespri siciliani, distinguendosi in numerosi altri eventi riguardanti la Storia della Sicilia. Nello stemma, forse a rappresentare il coraggio dei capitini, vi è un guerriero con la corazza e il pìleo, le braccia tronche, pronto a difendere comunque la sua patria: “Tronche le braccia, pugnerem coi petti“. Il gonfalone è un drappo di colore bianco con la blasonatura d’argento e ornato di fregi d’argento.
San Giacomo e il Vessillo Aragonese, sacro e profano che si incontrano
Capizzi è particolarmente nota per ospitare il Santuario di San Giacomo, principale luogo di pellegrinaggio della città, costruito sotto la dinastia degli Aragonesi, che ospita dipinti e opere scultoree e marmoree di rara bellezza. Chi vi si reca, dal 16 al 22 luglio, rimarrà senz’altro colpito da una delle feste più suggestive della Sicilia, quella dedicata a San Giacomo Apostolo Maggiore, patrono della città. Si tratta di una celebrazione che affonda le proprie radici al tempo dei Normanni, quando edificarono il Santuario dedicato al Santo, e svela, con una processione, le Sante Reliquie accompagnate dal Corteo Storico del Vessillo Aragonese, che ricorda il soggiorno di Pietro II d’Aragona a Capizzi nel XIV secolo e la concessione di un emporio esente da dazi ed imposte. Il re donò il vessillo con il suo stemma e gli abitanti per la concessione, in segno di gratitudine, da quel momento, ogni anno lo portano in processione fino al Castello.
La celebrazione si articola in due momenti principali: il primo, in mattinata, quando l’autorità ecclesiastica consegna il Real Vessillo all’Autorità civile che lo colloca nella zona del Castello; il secondo, nel tardo pomeriggio, quando lo stesso Vessillo viene riconsegnato all’Autorità religiosa per essere issato sul campanile del Santuario di San Giacomo. Altro momenti di grande pathos, quello in cui i fedeli, scalzi, vanno a chiedere grazie o a sciogliere i voti o i tradizionali miracoli, un rito che consiste nel percuotere violentemente, con l’estremità delle travi della portantina su cui si trova la statua del Santo, il muro di un’antica casa attigua alla chiesa di Sant’Antonio; se questo crolla si hanno i cosiddetti miracoli. Secondo un’antica tradizione quando le percosse al muro erano di numero pari voleva significare fortuna sia per i frutti della terra che per tutto l’andamento dell’annata; se dispari, invece, calamità, disgrazie, carestie e disastri d’ogni genere.
Le reliquie vengono portate in processione per le vie del centro storico di Capizzi dalla Venerabile Confraternita di San Bartolomeo Apostolo e la Venerabile Confraternita di San Giacomo Apostolo Maggiore. Il fercolo è di antica e robusta costruzione e poggia su due lunghe e pesanti travi alla cui estremità sono fissati quattro grossi anelli in ferro. Sulla parte superiore, invece, sono legate sei funicelle di colore rosso, tutti elementi determinanti per la guida e l’equilibrio del fercolo stesso, tenuti da devoti maturi e saggi che, vantando il possesso tramandato da padre in figlio, con la loro bravura ed esperienza permettono che tutto proceda bene.
Il corteo, curato dall’associazione. Sicularagonensia di Randazzo, sarà allietato dagli sbandieratori della Casa Normanna di Motta Sant’Anastasia.
PROGRAMMA
Alle 10,30
Processione del Vessillo reale di Pietro II d’Aragona accompagnato dall’Arciprete, dal Clero e dalla Venerabile Confraternita di San Giacomo. Il Corteo muoverà dalla Chiesa Madre e, attraverso Via dei Vespri, Piazza San Giacomo e Via Bandiera, proseguirà fino al quartiere “Castello”. La Bandiera sventolerà tutto il giorno nel luogo dove un tempo sorgeva la Cappella della Maddalena, annessa al castello aragonese. Qui, per la prima volta, si riceverà la benedizione con la reliquia della discepola del Signore.
Alle 16
L’esibizione del Corteo Storico e degli sbandieratori, attraverso Piazza della Cremazione, Corso Dante, Piazza Miracoli, Via Libertà, Piazza del Plebiscito (Matrice) e Via Vespri.
Alle 18
Una pausa per la novena in onore di San Giacomo e Santa Messa.
Alle 19:30
Rientro del Vessillo di Piero II d’Aragona dal quartiere “Castello” al Santuario di San Giacomo con la presenza delle Autorità civili, militari e religiose, dei governatori delle Venerabili Confraternite e dei presidenti dei sodalizi di Capizzi. Il Corteo sarà accolto presso la porta sul Sagrato del Santuario dall’amministrazione parrocchiale, Rev.mo Don Antonio Cipriano e dalla Confraternita di San Giacomo. Il Vessillo, al termine della cerimonia di consegna all’autorità ecclesiastica, sarà issato sulla torre campanaria dove sventolerà per tutto il periodo dei festeggiamenti. Seguirà da parte del Priore e dalla Confraternita, il ringraziamento alle autorità del Corpo bandistico e delle Majorettes.
Alle 20:30
Il Corteo Storico e gli sbandieratori riprenderanno ad esibirsi in Piazza San Giacomo per poi proseguire a sfilare dalle 21 lungo le vie del centro cittadino.
L’Evento vuole:
1. Promuovere la città di Capizzi, attraverso la conoscenza e la valorizzazione di un evento particolarmente rappresentativo della sua storia e della storia di Sicilia (la presenza degli Aragonesi);
2. Promuovere la ricerca dei costumi dell’epoca e la conseguente rappresentazione;
3. Promuovere lo studio delle influenze linguistiche di retaggio aragonese;
4. Valorizzare l’attività di ricerca, di studio, di conservazione e promozione di materiali storici e documentari attinenti alle tematiche del Corteo;
5. Valorizzare la toponomastica interessata dal percorso del corteo;
6. Sollecitare l’interesse degli studiosi per l’area archeologica del Castello;
7. Favorire, nei cittadini, il senso di appartenenza al territorio, incentivando la conoscenza e l’approfondimento della storia di Capizzi, anche attraverso forme di intrattenimento spettacolare quali le sfilate storiche e le possibili forme di partecipazione attiva all’intrattenimento stesso;
8. Implementare la conoscenza e la fruizione della Biblioteca comunale che in passato ha acquistato il Fondo Larcan e la ricerca negli archivi storici regionali e nazionali;
9. Ricercare forme di gemellaggio all’interno della Sicilia e, soprattutto, con la Spagna.
Buona Capizzi a tutti.