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Oltre quarant’anni di carriera quelli di Carlo Verdone che continua ad avere qualcosa da dire attraverso quello strumento, la telecamera, che gli ha permesso negli anni di scrivere la storia del cinema, creando personaggi rimasti nella memoria del grande pubblico.
“Si vive una volta sola“, nelle sale dal 27 febbraio è il suo 27° film nel quale è regista e attore; con lui Anna Foglietta (Lucia Santilli), Rocco Papaleo (Amedeo Lasalandra) e Max Tortora (Corrado Pezzella).
“Oggi purtroppo – ha detto Verdone in conferenza stampa – non c’è più quella poesia che c’era una volta nel cinema e nel fare cinema; ricordo che una volta parlai di questo proprio con Alberto Sordi che, profeticamente mi anticipò quest’epoca poco felice. Io però continuo a fare il mio lavoro con la stessa passione di sempre“.
Sinossi
Il professor Umberto Gastaldi (Verdone) guida una formidabile équipe medica composta dalla strumentista Lucia Santilli (Foglietta), dall’anestesista Amedeo Lasalandra (Papaleo) e dal suo assistente Corrado Pezzella (Tortora): un team di eccellenti professionisti della medicina ma anche e soprattutto un gruppo di insospettabili e implacabili maestri della beffa, sorprendenti nel gioco di squadra e insuperabili nel partorire scherzi spietati, specialmente se la vittima di turno è il loro amico Amedeo.
Ma la vita è piena di sorprese e durante uno sconclusionato viaggio on the road verso i mari del Sud d’Italia – fra incontri surreali, stupefacenti rivelazioni ed esilaranti avventure – i quattro amici inciamperanno in un’esperienza che non dimenticheranno mai, un colpo di scena che potrebbe cambiare per sempre le loro vite.
Perché tutto può succedere se sotto un camice bianco, dietro uno stetoscopio, batte un cuore da adolescente.
“Quando ho scritto questo film – ha continuato Verdone – avevo già in mente anche il cast artistico: questo film per me è un obiettivo raggiunto. I giorni di riprese – realizzate in Puglia – sono volate via tra concentrazione e goliardia, come fossimo amici da sempre“.
Ci è sembrato un Verdone in forma, certo sempre con quel velo di malinconia negli occhi, che ormai sono e rimarranno suo personale caratteristica, ma in “Si vive una volta sola” si ritrova, in un buon equilibrio, riflessione e leggerezza amicale.