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Coperte il 100% delle borse di studio

Caro affitti, gli Ersu siciliani rispondono alle proteste studentesche

martedì 20 Giugno 2023

Tra borse di studio troppo “magre” e dormitori non idonei alla domanda, secondo gli studenti universitari siciliani, il diritto allo studio e quello all’abitazione continuano ad essere messi in crisi dalle Università. Invece di essere aiutati con maggiori agevolazioni, gli studenti lamentano di essere costretti a condizioni troppo difficoltose, come ad esempio, la carenza di posti letto che lascia fuori dalle residenze universitarie ancora centinaia di ragazzi.

Ma cosa ne pensano i diversi Enti Regionali per il diritto allo studio? ilSicilia.it ha sottoposto la questione ai diversi atenei alla ricerca di nuovi chiarimenti.

IL CARO AFFITTI HA COMPORTATO DELLE COMPLICAZIONI NELLE CITTA’ UNIVERSITARIE SICILIANE?unipa

A Palermo, dove molti studenti hanno protestato piantando le tende in Viale delle Scienze, il presidente dell’Ente Regionale per il diritto allo Studio Universitario, Michele D’Amico, sostiene che l’Ersu stia attivamente “intervenendo sul sistema dell’housing universitario attraverso la pianificazione di un maggior numero di alloggi“, così da contribuire a calmierare il mercato degli affitti con effetti benefici nei confronti degli studenti universitari fuorisede e degli stessi cittadini residenti.

Anche a Catania si punta ad ampliare l’attuale offerta con dei lavori di ristrutturazione, attualmente in corso presso la Residenza San Marzano, che garantiranno 30 nuovi posti letto agli studenti che ne faranno richiesta.

QUANTI SONO I POSTI LETTO MESSI A DISPOSIZIONE DALL’ERSU ATTUALMENTE?

A Palermo, salgono a 944 i posti letto messi a disposizione dall’Ersu. Infatti, ai precedenti 800 posti distribuiti nelle università della Sicilia Occidentale (350 al Santi Romani, 250 al San Saverio, 200 tra la casa del Goliardo, via Biscottari e Santissima Nunziata, a Palermo, e 30 a Caltanissetta, San Domenico), grazie ai fondi del Pnrr, si sono aggiunti altri 144 posti: 98 nel plesso San Salvatore e 48 a San Nicolò. Gli appartamenti sono già arredati e allacciati ai servizi di luce, gas e acqua.

Risulta ancor in corso la trattativa con l’agenzia dei beni confiscati alla mafia per l’assegnazione all’Ersu Palermo dell’hotel San Paolo Palace e l’hotel Xiara a Valderice, in provincia di Trapani, per trasformarli in residenze universitarie.

E’ nella Sicilia Orientale che la situazione si aggrava. Infatti, le “case dello studente” offrono progressivamente un numero di posti letto sempre più basso.

L’Università di Catania, infatti, ne conta ben 729 (180 alla Residenza Centro, 248 all’interno della Cittadella Universitaria, 68 alla Residenza Gala, 18 al Campus D’Aragona, 25 alla Giudecca, 36 alla Residenza Toscano Scuderi, 38 alla Residenza Verona, 32 all’Istituto delle Suore Cappuccina, 52 all’Istituto delle Suore Salesiane Madre Morano e 32 alla Residenza Castillett), di cui 8 pensati appositamente per gli studenti con disabilità.

L’Università degli Studi di Messina dispone di 275 posti letto totali (83 alla Casa Albergo SS Annunziata, 130 nel Residence Universitario di Via P. Castelli e 62 nel Residence Universitario di Papardo). Anche in questo caso solo 8 sono adatti a studenti con disabilità.

Infine vi è Enna, ultima in graduatoria con appena 70 posti letto. “Ci rendiamo conto che non siano assolutamente sufficienti a coprire tutte le richieste ed infatti, sotto questo aspetto ci stiamo attivando per cercare di ampliare l’offerta nel corso dei prossimi anni” ci spiega il Direttore dell’Ersu di Enna, Filippo Fiammetta. “Speriamo che presto l’Ersu sia nelle condizioni di poter acquistare dei nuovi immobili adatti ad essere convertiti in alloggi universitari” conclude.

FORNITE UN CONTRIBUTO ECONOMICO PER AIUTARE GLI STUDENTI FUORISEDE A PAGARE  L’AFFITTO? A QUANTO AMMONTA?

In tutti gli atenei siciliani, ai posti letto messi a disposizione dall’Ersu, si aggiunge anche la possibilità di godere del cosiddetto “contributo alloggio”. Si tratta di un assegno distribuito nell’arco dell’anno accademico (minimo 1o mesi), per pagare parte del proprio affitto e viene assegnato agli studenti che, in assenza di posti letto disponibili presso le residenze universitarie, dimostrano di alloggiare in una privata abitazione.

A Palermo, tale contributo equivale ad una somma totale di 1.300 euro, a Catania ed Enna 1.250 euro, mentre a Messina oscilla tra i 600 e i 1.200 euro, nel caso in cui lo studente frequenti le sedi distaccate di Noto, Priolo e Reggio Calabria.

Ciononostante tutti gli atenei hanno dichiarato di non aver versato tale contributo nel corso dell’anno accademico 2022/2023, in quanto tutti gli Ersu siciliani sono riusciti a garantire un posto letto ad ogni studente richiedente.

SONO STATI RILEVATI RITARDI O DIFFICOLTA’ NELL’EROGAZIONE DELLE BORSE DI STUDIO?

A Palermo non è stata riscontrata alcuna difficoltà, anzi, molti sono i successi raggiunti quest’anno. Come ci illustra D’Amico“l’anno accademico in corso, ha già visto l’attribuzione di più di 10mila borse di studio, ossia il 100% di quelle richieste. Questo successo si va ad aggiungere anche ai quasi 500mila pasti che annualmente vengono serviti agli studenti, gratuitamente o mediante un piccolo contributi di quest’ultimo”. Ma le novità non si limitano a ciò: il Consiglio di Amministrazione, infatti, ha alzato la soglia ISEE da 21.500 a 22.500 per il bando del prossimo anno accademico 2023/2024. Questo certamente permetterà a un maggior numero di giovani appartenenti a famiglie di operai, impiegati e partite IVA meno abbienti, di potere rientrare tra i beneficiari di borse di studio, posti letto e ristorazione universitaria gratuita. Resta, invece, invariato il valore ISPE (51.361,58 euro)” conclude il presidente dell’Ersu Palermo.

Ma il capoluogo siciliano non è l’unico a poter festeggiare. Infatti anche Catania, Enna e Messina sono riuscite a coprire il 100% delle borse di studio nell’anno accademico 2022/2023 con una spesa di quasi 80 milioni di euro per le borse di studio in tutto il territorio siciliano.

 

PER SAPERNE DI PIU’ LEGGI ANCHE:

Caro affitti, “come un virus”. Palermo esclusa, ma fino a quando?

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