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Report Ismea

Caro spesa in Sicilia,+9,6% nei primi nove mesi del 2023: il carrello non si riempie mai

lunedì 18 Dicembre 2023
carrello spesa

Il caro spesa continua a pesare sulle famiglie italiane con un aumento del 9,2% nei primi nove mesi dell’anno, e in Sicilia si arriva addirittura al +9,6%. Secondo il recente report di Ismea basato sui dati dell’Osservatorio condotto con NielsenIQ, le famiglie italiane hanno speso oltre 13 miliardi di euro in più per generi alimentari in due anni.

Questa tendenza si aggiunge all’incremento del 7% registrato nel 2022, portando a un esborso aggiuntivo di oltre sette miliardi di euro solo nei primi nove mesi del 2023. 

 

dinamica prezzi e spesa per area geografica

Questo aumento è particolarmente evidente in alcuni prodotti di base, con un rincaro medio superiore al 20% per elementi essenziali come pane, pasta, latte e conserve di pomodoro. La pasta di semola ha visto un aumento del 32%, mentre le conserve di pomodoro hanno registrato un aumento del 29%.

 

A guidare gli aumenti di spesa ci sono l’olio extra vergine di oliva (+30%), le uova (+17%), i latticini (+14,8%), e i derivati dei cereali (+13,9%). La spesa per ortaggi freschi e trasformati ha registrato un incremento del 9,4%, mentre per le carni l’aumento è del 7,6%. D’altra parte, la spesa per le bevande ha mostrato una progressione meno significativa, con un aumento del 5,7%, influenzato in parte dall’incremento contenuto dei prezzi dei vini.

 

 

Ripartizione e vendita per canale distributivo

Il report mette in luce anche il ruolo dei prodotti a marchio del distributore, che hanno superato il 30% del Largo Consumo Confezionato secondo l’indagine Nielsen IQ. Tra i canali distributivi, il supermercato rimane il predominante con il 40% di share, registrando un aumento del fatturato del 9,8% su base annua. Il discount, sebbene mostri il maggior incremento dei prezzi medi, resta il canale con la migliore performance in termini di crescita del fatturato, con un aumento del 10,5%.

 

Le famiglie con figli piccoli e adolescenti sono tra le più colpite economicamente, adottando strategie di risparmio per contenere gli aumenti di spesa. Il loro carrello si alleggerisce, e l’incremento della spesa è più contenuto rispetto ad altre tipologie di famiglia, registrando solo un +2,6%. Al contrario, i nuclei familiari più maturi, soprattutto quelli over 55, aumentano i volumi acquistati con un aggravio di spesa compreso tra il 12% e il 14%.

 

 

 

La composizione del (caro) carrello della spesa

 

 

Analizzando le dinamiche dei diversi comparti alimentari, si nota un aumento generale della spesa. Le uova registrano un aumento del 17%, l’olio extra vergine di oliva mostra un incremento del 29,7%, mentre i latticini e i derivati dei cereali crescono rispettivamente del 14,8% e del 13,9%. Anche le carni evidenziano un aumento del 7,6%.

Il comparto dei derivati dei cereali è trainato principalmente dai “prodotti per la prima colazione” (+17,1%) e dal “pane e sostituti” (+16,8%), con un notevole aumento della spesa per il riso (+24,8%) e della pasta (+10,1%). Tuttavia, la spesa per le farine cresce in misura inferiore alla media, con un +5,5%.

 

Per i prodotti lattiero-caseari, si registra il più ampio incremento della spesa (+14,8%), influenzato da tutti i prodotti della categoria. In particolare, per il latte Uht, nonostante una stabilità dei volumi acquistati, i consumatori devono spendere il 20% in più rispetto al 2022. Le carni evidenziano una dinamica positiva trainata soprattutto dalle referenze avicole, con un aumento dei volumi acquistati del 5,2%.

 

Nel comparto ortofrutticolo, la spesa per gli ortaggi, sia freschi che trasformati, cresce del 9,4%, trainata dall’incremento dei prezzi delle patate e dei prodotti trasformati a base di pomodoro. Tuttavia, i prodotti di IV gamma cedono volumi nonostante gli incrementi di prezzo sotto la media. La spesa per la frutta mostra un aumento inferiore alla media, con un +5,4%, influenzato dalla variabilità dell’offerta e dalla debolezza della domanda.

 

Per gli oli vegetali, si registra un rapido aumento dei prezzi (+30%) e una conseguente contrazione degli acquisti (-11%) per l’olio extravergine di oliva. Dopo la fiammata dello scorso anno, si ferma la crescita dei prezzi per l’olio di semi.

 

 

 

 

La situazione attuale evidenzia una significativa pressione economica sulle famiglie italiane, con aumenti dei prezzi che impattano su una vasta gamma di prodotti alimentari. Le strategie di risparmio adottate dalle famiglie, insieme alle politiche di calmieramento dei prezzi del governo, potrebbero giocare un ruolo cruciale nel moderare questa tendenza e alleviare il peso sulle spalle dei consumatori.

 

Fonte Dati: Report Ismea

 

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