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La nota

Cartone per bloccare una frattura all’ospedale di Patti (ME), i legali: “E’ un vero e proprio processo mediatico”

giovedì 8 Agosto 2024
Ospedale di Patti

Non appare accettabile che pervengano alla stampa indicazioni sui temi trattati in sede di confronto ispettivo, con riferimenti precisi a dati medici e diagnostici in mancanza di qualsivoglia contraddittorio. Vengono divulgate notizie che per la loro specificità non possono che provenire dagli organi ispettivi mentre le deduzioni e le corrette indicazioni della professionista sono relegate in contesto minimale e secondario. Occorre quindi riportare il confronto nei canoni e nei termini di paritario e corretto sviluppo. Il modo in cui i fatti sono stati riportati dopo la visita ispettiva regionale sono un deliberato attacco a danno dell’immagine e della professionalità della nostra assistita“.

Lo dicono gli avvocati Giovanni Tortora e Tindaro Giusto, legali della dottoressa che, una settimana fa, ha immobilizzato la gamba fratturata di un paziente, il 30enne Elia Natoli, con il cartone visto che i presidi monouso nel deposito del nosocomiodi Patti in provincia di Messina non c’erano. Ieri il medico è stato sentito dagli ispettori della Regione.

Ci troviamo – aggiungono i legali – dinanzi al tentativo di improntare un vero e proprio processo mediatico finalizzato probabilmente a coprire precise responsabilità politiche a scapito di un professionista che ha operato in un contesto la cui precarietà e nota a tutti. Sorprende che organi politici regionale e le strutture dirigenziali della sanità regionale e provinciale scoprano oggi che il Pronto soccorso di Patti abbia criticità trascurate per anni. Il caso odierno è dato di cronaca ma non ha certamente prodotto ne’ puo essere catalogato in uno dei tanti casi di malasanità a cui i cittadini siciliani sono purtroppo abituati. Qui il medico ha affrontato e risolto in emergenza il problema. Cosa si potesse fare in alternativa o se fosse possibile seguire altra via è argomento che meriterà un approfondimento ma non consentiremo che ciò avvenga attraverso un processo mediatico in cui la politica tenta di scaricare le proprie responsabilità“. “Non permetteremo – proseguono – che la dottoressa diventi il capro espiatorio, l’anello debole da colpire: il sistema sanitario della zona tirrenica Messinese è ridotto all’osso, affetto da totali carenze strutturali, di personale“.

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