“Non ci arrenderemo mai, vogliamo giustizia per Mario e per ottenerla siamo pronti ad andare anche alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo”. Lo afferma Santina Biondo, la madre di Mario Biondo, il giovane cameraman palermitano trovato morto la sera del 30 maggio 2013 nell’appartamento della moglie in Spagna.
Su questa morte senza un perché e che ancora oggi suscita tanti dubbi, si fa sempre più concreta la prospettiva che il caso possa essere archiviato ma la famiglia di Mario non smette nemmeno per un istante di inseguire la verità.
Santina e il marito Pippo, come i figli Emanuela e Andrea, non hanno mai creduto alla tesi del suicidio e non hanno dubbi sul fatto che Mario Biondo sia stato ucciso e che il suicidio, in realtà, sia stato poi inscenato con un regia ben precisa da chi ha tolto la vita ad un ragazzo che dalla Sicilia si era trasferito all’estero per amore e per inseguire il sogno di affermarsi professionalmente.
La terza autopsia eseguita sul corpo di Biondo, nella fase conclusiva del 2019, ha riproposto proprio la pista del suicidio e per questo i magistrati della Procura generale di Palermo hanno deciso di avanzare richiesta di archiviazione del caso. Una richiesta alla quale si oppone con fermezza la famiglia Biondo, che invece vuole si continui ad indagare per arrivare alla verità.
“Il 21 luglio ci sarà l’udienza in tribunale – dichiara la madre di Mario Biondo -, noi abbiamo fatto istanza per opporci alla chiusura delle indagini. Vogliamo la verità e non ci fermeremo sino a quanto non l’avremo ottenuta. Così come noi stiamo lottando per dimostrare che Mario è stato ucciso, nessuno ci ha dimostrato sinora l’opposto e cioè che Mario si sia suicidato. Sono emersi in questi anni tanti elementi dai quali si può desumere che c’è stato un depistaggio su quello che è accaduto quella notte e che Mario è stato ucciso. Non smetterò mai di lottare per dare giustizia al mio adorato figlio”.
Rimangono tante ombre e troppi punti interrogativi in questa triste ed inquietante vicenda. “Personaggi potenti coprono gli assassini di Mario”, ha rimarcato la madre di Mario Biondo ed è una frase che pesa come un macigno sull’esito di questa vicenda.
Sono parole forti dentro le quali non c’è soltanto rabbia e dolore ma l’incrollabile convinzione, da parte di una famiglia, che nel destino di questo ragazzo sia subentrata una mano spietata che ha spezzato la sua vita ma anche altre che forse si sono adoperate per mettere una pietra tombale sul crimine e per cancellare qualche segreto inconfessabile che potrebbe aver rappresentato il movente del giallo. Qualcosa che Mario voleva sapere o che forse aveva già scoperto e che, di fatto, avrebbe poi sancito la sua condanna a morte.