Coro di proteste contro il ministro della Giustizia, il siciliano Alfonso Bonafede, dopo il caso sollevato ieri sera in diretta tv dal pm Nino Di Matteo, che a “Non è l’Arena” di Massimo Giletti ha rivelato un retroscena inedito: “Bonafede mi offrì il ruolo di capo del Dap ma poi fece dietrofront”.
Il ministro si è difeso dicendo che Di Matteo avrebbe “equivocato“.
A scagliarsi contro Bonafede e chiederne le dimissioni la deputata di Fratelli d’Italia e capogruppo FdI in commissione Giustizia, Carolina Varchi: «Ho un profondo senso dello Stato e per questo, indipendentemente dal fatto che io sia un parlamentare di opposizione, ieri sera avrei voluto ascoltare parole chiare e decise da Bonafede. Le accuse del Dott. Di Matteo sono state molto gravi ed io avrei voluto la certezza che, nelle istituzioni, nessuno si lasci intimidire da quello che ascolta nelle intercettazioni captate in carcere.
Purtroppo l’intervento del Ministro Bonafede ha lasciato tutti noi nello sconforto e nel dubbio che effettivamente la mancata nomina del Dott. Di Matteo sia conseguenza del contenuto di quelle intercettazioni. Da mesi evidenzio l’assoluta inadeguatezza di Bonafede in ogni ambito del settore “Giustizia” e credo che la misura sia colma. O dimissioni o faremo le barricate», ha scritto su Facebook la deputata.
Dello stesso avviso la deputata di Forza Italia, Giusi Bartolozzi, segretario della commissione giustizia e componente Antimafia: «Un Guardasigilli ed un componente del CSM non all’altezza dei rispettivi ruoli istituzionali. Un battibecco televisivo, tra i due, che ha azzerato, laddove ancora esistente, l’Autorevolezza del Ministro e minato il prestigio del CSM.
L’indicazione a capo del DAP del dottore Basentini risale al giugno 2018 ed allora vi è da chiedersi quale sia il motivo di tale odierno personalistico disquisire. La mancanza di tempestiva progettualità nella gestione delle carceri al tempo del COVID19 è la vera causa delle odierne scarcerazioni di boss mafiosi, ed a prescindere dall’adeguatezza dei vertici burocratici, è senza dubbio alcuno da attribuirsi alla responsabilità del Guardasigilli. Recriminazioni per una mancata nomina ed il goffo tentativo di giustificare una scelta politica per il DAP, che non si è dimostrata certamente la migliore possibile, e per la quale chiediamo da tempo al Ministro Bonafede di rispondere al Parlamento con un atto dovuto, le Sue dimissioni. Al netto di tutto, davvero un cattivo esempio di come interpretare così alte funzioni», conclude.
Anche la Lega ne chiede le dimissioni immediate.
“Rivolte, evasioni, detenuti morti, agenti feriti, migliaia di delinquenti usciti dal carcere, boss tornati a casa e il capo del Dap sostituito: come se non bastasse tutto questo, ora arrivano le parole di un magistrato come Nino Di Matteo in diretta tv. È vero che non è stato messo alla guida del Dap perché sgradito ai mafiosi? In ogni caso, anche senza le parole di Di Matteo, Bonafede dovrebbe andarsene in fretta per i troppi scandali ed errori”. Lo dicono i parlamentari leghisti Giulia Bongiorno, Nicola Molteni, Jacopo Morrone e Andrea Ostellari.
Su Twitter è intervenuta anche Gabriella Giammanco, Vicepresidente di Forza Italia in Senato e portavoce azzurra in Sicilia.
«Riassumendo: prima Bonafede permette che diversi boss escano dal carcere. Poi Di Matteo dichiara di non essere stato nominato a capo del Dap per le pressioni della mafia e i 5S non ne chiedono le dimissioni? Il Governo deve riferire in Aula e dare spiegazioni agli italiani!».
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