Si fa sempre più rovente il dibattito politico sulla nave militare Diciotti ancora ormeggiata al porto di Catania con a bordo quasi duecento migranti. Mentre Matteo Salvini stoppa lo sbarco e prosegue la sua linea intransigente (“Minacciano di fare lo sciopero della fame? Facciano come credono. Io non cambio idea”), la senatrice Urania Papatheu lancia un appello proprio al ministro. L’esponente siciliana di Forza Italia, eletta a Palazzo Madama nel Collegio di Messina, chiede che vengano fatte scendere dalla nave almeno le donne.
“La vicenda della nave Diciotti, ferma al porto di Catania con a bordo i migranti impossibilitati a sbarcare per un veto del governo – si legge in una nota della sen. Papatheu -, deve indurre tutti a una seria riflessione sui valori di fondo che devono guidare le nostre azioni e narrazioni politiche. Voglio subito sgombrare il campo, per me bene la linea della fermezza ma l’umanità deve sempre prevalere. Proprio per questo motivo lancio un appello al governo e al ministro Salvini in particolare: facciano sbarcare dalla Diciotti tutte le donne. È indispensabile che anche le donne non stiano su quella nave e vengano condotte in un luogo più sicuro. La Diciotti rischia di trasformarsi in una polveriera e a subirne le conseguenze più drammatiche non vorremmo siano proprio quelle donne che hanno già patito le sofferenze e gli stenti di quello che per questa gente è un vero e proprio viaggio della speranza”.
Il caso Diciotti, dunque, resta sotto i riflettori e ancora non si vede una concreta via di uscita dal lungo stallo che ha per teatro il porto di Catania. Dall’Europa intanto è secca la risposta al governo italiano che ha ipotizzato di non pagare la sua quota all’Ue se non si trova una soluzione sugli sbarchi: ‘le minacce in Europa non portano da nessuna parte”.
“Mostrarsi intransigenti nei confronti dell’Europa e porre la questione dei migranti al centro dell’azione politica – conclude a tal proposito la sen. Papatheu – non può prescindere da un basilare rispetto dell’uomo in quanto essere detentore di diritti fondamentali e inderogabili. Con il passare delle ore la situazione sulla Diciotti diventa sempre più drammatica, non si diano più alibi ai professionisti dell’accoglienza a tutti i costi e si dimostri che alla base di un’idea chiara e condivisa di politiche migratorie c’è un reale rispetto dei diritti inviolabili dell’essere umano. Invito tutti i sostenitori dei diritti umani e civili sanciti dalla “Carta Costituzionale” italiana internazionale, a sottoscrivere la mia lettera aperta rivolta al collega Matteo Salvini”.