“Come gruppo parlamentare non retrocederemo di un centimetro nel vigilare sul rispetto di determinati paletti durante i lavori della finanziaria, che non possono essere disattesi, soprattutto in un momento così delicato“.
Questo è quanto dichiarato da Antonio Catalfamo, deputato regionale all’Ars militante fra le fila della Lega.
![Il capogruppo Antonio Catalfamo](https://ilsicilia.it/wp-content/uploads/2022/07/catalfamo-4.jpg?x99321)
“Noi pretendiamo che nel testo della finanziaria regionale non vi sia traccia, nemmeno minima, di cose che non riguardino strettamente l’emergenza Covid, a parte le coperture indispensabili per il funzionamento dell’apparato pubblico regionale. Vivisezioneremo il testo, e sia chiaro a priori che proporremo di sopprimere tutto ciò che non sia strettamente attinente ai problemi generati dall’epidemia in corso“.
“Non apprezzeremmo – aggiunge Catalfamo – l’uso spasmodico di norme cornice onnicomprensive, a cui debbano seguire decreti attuativi. E’ alto, a nostro avviso, il rischio che affidare a decreti successivi le attuazioni normative faccia accedere i cittadini agli ammortizzatori sociali con ancora più ritardo di quelli nazionali, come già sta avvenendo per i primi 100 mln stanziati dalla Regione per le famiglie, impantanati dalla burocrazia“.
“Se malauguratamente dovesse essere confermata questa impostazione dilatoria e generica si sappia già da adesso che non rinunceremo in nessun modo a proporre emendamenti per i settori e le categorie che dovessero risultare scoperti, come ad esempio, stando almeno ai primi confronti con il governo, il Turismo e l’agricoltura“.
“Serve inoltre più coraggio, come per esempio sulla cassa integrazione in deroga per le imprese artigiane o sulle sospensioni dei canoni e imposte, che devono diventare soppressioni e valere per periodi più prolungati“, sottolinea il deputato della Lega.
“Non si pensi di rimandare questo dialogo a successive finestre normative – conclude Catalfamo -, perché ciò avrebbe il sapore della replica dei collegati alla finanziaria 2019, una rappresentazione già manifestatasi fallimentare e che i siciliani e chi li rappresenta non meriterebbero di dover nuovamente sopportare“.