“Accanto a Santo e ai suoi familiari oggi tutta Catania soffre, riflette e non vuole perdere la speranza“. Le parole di monsignor Luigi Renna, pronunciare durante i funerali di Santo Re il pasticciere ucciso a coltellate il 30 maggio scorso dal posteggiare abusivo Akhabue Innocent – meglio noto come John Obama – originario dello Zimbabwe, sono emblematiche della reale situazione della città. Gli animi continuano ad essere scossi per via di una tragedia inspiegabile che certamente poteva essere evitata.
Una giovane vita spezzata. Una famiglia dilaniata dal dolore che non si riesce a dare una risposta per quanto accaduto.
“A nome di Santo chiediamo alle istituzioni giustizia, certezza della pena e azioni immediate per la sicurezza di tutti i cittadini, che non ha colore né zone politiche“, ha tuonato la sorella durante le esequie.
Il sindaco Trantino si è subito mosso per garantire maggiore sicurezza nella città, ma il dibattito in consiglio comunale ha sollevato forti polemiche e profonda asprezza.
“All’indomani dell’ennesima tragedia consumatasi a Catania ho chiesto con forza al sindaco ed all’amministrazione di assumersi le proprie responsabilità. Dopo quasi due anni, in cui viene detto che la sicurezza è una priorità, dopo decine di vertici, consigli straordinari, mozioni, interrogazioni e promesse: Per la sicurezza che cosa ha fatto questa amministrazione? Niente. E che cosa ha intenzione di fare? Oltre allargare le braccia e non rispondere?“, domanda il consigliere dem Damien Bonaccorsi.
“Nel frattempo, il Sindaco parla di ‘reati in calo’, vantando dati che non trovano riscontro nella realtà. Ma io mi chiedo: in quale città vive? Perché sicuramente non è Catania. La sicurezza non si misura con le percentuali: si misura con il coraggio che serve per uscire di casa la sera, per parcheggiare l’auto, per andare a lavorare onestamente, per fare una semplice passeggiata. Catania – sottolinea – continua a essere una città dove l’illegalità è diffusa, visibile, quasi tollerata. Dove i parcheggiatori abusivi sono i veri padroni delle strade, dove la violenza scoppia anche in pieno giorno, dove la gente ha imparato a convivere con la paura“.
“Dopo il mio intervento in Aula, nessuno ha avuto il coraggio di rispondere. Silenzio. Ancora una volta. Solo braccia allargate e dichiarazioni di circostanza. Perché in questa giunta sono bravissimi a esibire numeri e interventi spot, ma quando si tratta di affrontare la verità – quella che i cittadini vivono ogni giorno sulla propria pelle – allora calano gli occhi. Intanto – conclude – Catania rimane sola a vivere i propri drammi“.