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l'operazione dei Nas

Catania, mazzette sui malati terminali: nove indagati

martedì 17 Gennaio 2023

A Catania un’operazione dei Nas, ha eseguito misure cautelari interdittive nei confronti di nove persone.

Si tratta di un dirigente medico, un impiegato dell’Asp, un direttore di farmacia, imprenditori nel settore sanitario e informatori del farmaco, un’assistente sociale e un privato. Nei confronti di tre indagati è stata disposta la sospensione dall’esercizio del pubblico ufficio con interdizione di tutte le attività inerenti l’esercizio delle pubbliche funzioni per un anno. Mentre per gli altri sei è stato disposto il divieto di esercitare le rispettive professioni e di contrarre con la Pubblica amministrazione per un anno.

I provvedimenti scaturiscono da un’articolata attività d’indagine eseguita dal Nas tra gli anni 2021/2022, che avrebbe riscontrato, a vario titolo, responsabilità per i reati di corruzione e rivelazione di segreti d’ufficio a carico di un pubblico impiegato in servizio presso l’Azienda Sanitaria Provinciale di Catania, con la complicità del direttore di una nota farmacia del luogo e di una dipendente di una società di assistenza domiciliare per malati terminali.
Il pubblico impiegato avrebbe ricevuto beni materiali e la promessa di denaro in quota fissa mensile, per gestire pratiche assegnategli al fine di garantire ad una nota farmacia catanese la quasi esclusività della fornitura di dispositivi medici ed integratori alimentari per cure palliative destinati a malati terminali, limitando la libera scelta di questi ultimi a quel solo esercizio farmaceutico.

Proprio in dipendenza di tali condotte, la farmacia in questione nel 2020 avrebbe fatturato all’Asp 645.070 euro, pari al 16% della spesa farmaceutica integrativa sostenuta nella provincia di Catania, ammontante 4 milioni di euro, mentre la restante spesa sarebbe stata ripartita tra le altre 326 farmacie della provincia.

L’elemento di contatto tra la farmacia e il funzionario pubblico, si sarebbe occupato di individuare le prescrizioni sanitarie dei pazienti, i quali venivano da questi impropriamente contattati al fine di agevolare la gestione della richiesta e quindi la fornitura dei dispositivi medici dalla farmacia coinvolta nella vicenda, la quale beneficiava di ingenti rimborsi dal Servizio Sanitario Regionale. Il tutto anche attraverso l’illecita collaborazione di un’assistente sociale, anche lei destinataria del provvedimento interdittivo, che avrebbe svolto l’attività di assistente sociale per conto di associazioni in convenzione con l’Azienda sanitaria provinciale.

Nell’ambito della stessa indagine, per analoghi reati di stampo corruttivo, è stato rilevato che un noto dirigente medico in servizio sempre presso l’Asp sarebbe stato asservito agli interessi di imprenditori e operatori nel settore del commercio di dispositivi medici ed integratori alimentari, anche loro tra i destinatari del provvedimento cautelare.
In particolare il professionista avrebbe prescritto prodotti sanitari privilegiando talune aziende che, in cambio, lo avrebbero rifornito gratuitamente di altre specialità e dispositivi medici da utilizzare per la sua attività ambulatoriale privata, oltre che alla promessa di viaggi di piacere.

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