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Palazzo Biscari, una delle dimore storiche più prestigiose della Sicilia, riapre all’arte e alla cultura con la collettiva “La stanza analoga“, a cura di Ludovico Pratesi e Pietro Scammacca, realizzata in collaborazione con la Collezione Sandretto Re Rebaudengo, da cui proviene la selezione delle opere in mostra, e UNFOLD.
L’esposizione, che si inaugura l’8 luglio, coinvolgerà due parti del palazzo: un’installazione ambientale dell’artista Alicja Kwade sarà presente, fino al 24 agosto, nel Salone delle Feste; la collettiva, invece, fino al 7 settembre, negli appartamenti dell’Ala di Levante del palazzo, aperti al pubblico per la prima volta.
La stanza analoga si propone come eco di un particolare ambiente di Palazzo Biscari, mettendo in luce la stanza detta “del Don Chisciotte”, decorata con dipinti raffiguranti le avventure del personaggio picaresco di Cervantes.
In mostra ci saranno venti artisti di diverse generazioni, che hanno messo in atto con le loro ricerche una critica della rappresentazione attraverso linguaggi e medium diversi.
Ispirandosi a dispositivi narrativi reperibili nel romanzo di Cervantes, come la critica dell’autorevolezza e il concetto di autenticità, le opere esplorano diverse strutture di significato legate alla legittimità del sapere e della verità.
Come Don Chisciotte, gli artisti si muovono lungo la linea sottile che separa la realtà dalla finzione: “alienati nell’analogia”, diventano “i giocatori disordinati dello Stesso e dell’Altro“, per adottare le osservazioni condotte da Michel Foucault sul personaggio di Cervantes.
La sala “del Don Chisciotte” rimarrà comunque inaccessibile al visitatore, ma sarà presente nel suo immaginario come punto di partenza dell’esposizione: un distacco che crea un’analogia tra lo spazio astratto e lo spazio concreto della sala settecentesca.
L’installazione “WeltenLinie” (2017) di Alicja Kwade, prodotta dalla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo in occasione della 57esima Biennale di Venezia, è una composizione di specchi e strutture in acciaio che dà vita ad un ambiente abitato da ambigui rispecchiamenti in cui gli oggetti si moltiplicano e sembrano entrare in movimento, trasformando lo spazio in materia temporale.
La sua presentazione nel Salone delle Feste di Palazzo Biscari crea legami evocativi con gli interni ornamentali del palazzo ed entra in risonanza con la visione illuminista ed esoterica del suo committente più illustre, Ignazio Paternò Castello, V Principe di Biscari, artefice di un labirinto vegetale che fino alla metà del diciannovesimo secolo serviva da giardino pubblico della città di Catania.
In questo contesto, l’opera diventa una sorta di “macchina barocca” che riconfigura il rapporto dello spettatore con la realtà: in dialogo con gli specchi del Salone delle Feste e i trompe l’oeil che affrescano le pareti, l’installazione di Kwade restituisce una percezione caleidoscopica e labirintica.
La mostra, promossa dalla Fondazione Terzo Pilastro – Internazionale, realizzato in collaborazione con Poema S.p.A. e con il sostegno di Fondazione Sicilia, è accompagnata da un programma didattico curato dal dipartimento educativo della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, volto alla formazione di un gruppo di studenti dell’Università dei Studi di Catania che diventeranno i mediatori culturali della mostra.