I legali di Salvo Pogliese hanno presentato un ricorso cautelare al Tribunale civile di Catania contro la Prefettura di Catania e il ministero dell’Interno sul provvedimento che lo ha sospeso per 18 mesi dall’incarico di sindaco del capoluogo etneo in applicazione della legge Severino.
Gli avvocati Eugenio Marano e Claudio Milazzo chiedono ai giudici di disporre “il pieno esercizio del diritto di elettorato passivo di Salvatore Domenico Pogliese, comunque idoneo a garantire la prosecuzione del proprio mandato elettorale quale sindaco di Catania e della città Metropolitana di Catania“. Al centro del procedimento l’applicazione della sospensione e, in particolare, se si può interrompere o meno il conteggio della durata dei 18 mesi, essendo un provvedimento cautelare. Per i legali di Pogliese no, proprio perché, sostengono, è un provvedimento cautelare con un inizio e una fine, per la Prefettura di Catania invece la durata può essere ‘congelata’ e poi ripartire dall’interruzione. Quest’ultima tesi è stata condivisa dalla Procura di Catania in sede di udienza davanti al Tribunale civile.
Il primo cittadino è stato condannato il 23 luglio 2020 dal Tribunale di Palermo per peculato a 4 anni e 3 mesi di reclusione nel processo su rimborsi all’Ars come vicepresidente del gruppo del Pdl. Il processo d’appello comincerà il prossimo 9 giugno. Era stato sospeso dalla Prefettura l’indomani della sentenza, ma era tornato in carica il 5 dicembre del 2020 dopo un ricorso dei suoi legali al Tribunale civile. Il 24 gennaio la prefettura ha fatto notificare il provvedimento di ripristino della sospensione, dopo che la Corte Costituzionale aveva dichiarato “non fondate le questioni di legittimità” che era state sollevate dal Tribunale civile di Catania sull’applicazione della legge Severino. L’intervento della Consulta era stato sollecitato al giudice civile dalla difesa di Salvo Pogliese, esponente di spicco di Fratelli d’Italia in Sicilia, che era stato sospeso per 18 mesi dall’allora prefetto Claudio Sammartino, ma reintegrato il 5 dicembre del 2020 perché il Tribunale civile aveva sospeso il provvedimento.