Perla dello Ionio, amministrazione comunale, dissesto finanziario, Consorzi di Bonifica, variazione di bilancio. ilSicilia.it dialoga con il primo cittadino di Taormina Cateno De Luca, capogruppo di Sud chiama Nord all’Ars e fondatore del progetto politico “Ti Amo Sicilia”.
Sindaco di Messina dal 2018 al 2022, e poi di Taormina dal 2023, sempre attento alle dinamiche politiche locali e regionali e all’interno dell’Assemblea regionale siciliana non fa mai sconti a nessuno. Ma iniziamo la nostra intervista a De Luca.
Come sta andando la stagione estiva 2025 a Taormina?
“Taormina sta crescendo anche quest’anno nell’apprezzamento complessivo, è quello che registriamo costantemente. Lo abbiamo riscontrato soprattutto nella rivoluzione che abbiamo apportato ai servizi urbani, al decoro, alla pulizia, all’ordine, anche alla disciplina riguardante l’ingresso sul corso principale, a quelli che sono anche i ‘suoni molesti’ che spesso hanno rappresentato un tema e un problema dei centri urbani con le caratteristiche di Taormina. Si sta andando avanti con una rivoluzione nell’ambito dell‘organizzazione, della gestione dei servizi pubblici con il sistema delle Partecipate, che è stato varato dal Consiglio comunale“.
Come ha superato il dissesto?
“Presso un unico sito accorpiamo tutti i livelli dei servizi scolastici: l’asilo nido, il micronido, l’infanzia, le scuole elementari, medie e superiori. E lo facciamo tenendo conto di quella che è la struttura di Taormina. Una riguarderà il centro, l’altra riguarderà la frazione più importante, che è anche la più popolata, ovvero Trappitello. Quindi stiamo costruendo due strategie gemelle. Abbiamo individuato i luoghi e progettiamo quello che diventerà un accorpamento presso questi immobili. Quindi una creazione di servizi, parcheggi e attività per lo sport e il tempo libero che al momento mancano a Taormina”.
Siamo in piena estate, ma Taormina è una città molto dinamica, non si ferma mai. La destagionalizzazione è un tema caldo. Quali sono le previsioni per l’autunno e l’inverno?
“Abbiamo una strategia per la destagionalizzazione che passa attraverso la Fondazione Taormina che abbiamo costituito. Un percorso che andrà avanti con gli eventi natalizi e proseguirà fino ad aprile. Un cartellone ricco di eventi e di iniziative. Punteremo a rendere Taormina appetibile: un aspetto importante è quello economico“.
Il governo Schifani lo scorso aprile aveva dichiarato lo stato di crisi e di emergenza regionale per la chiusura di via Mario e Nicolò Garipoli, riaperta ufficialmente al traffico il 9 luglio. Come ha gestito il problema?
Rimane comunque in piedi il tema critico: Taormina non può essere ‘sotto scacco’ con un unico ingresso.
“Significa che bisogna assolutamente individuare una soluzione alternativa per evitare che questa situazione emergenziale si ripresenti. E’ da qui che parte il progetto di realizzazione della stazione ferroviaria sotto Taormina in sinergia con Ferrovie dello Stato per creare un collegamento che va da Trappitello a Taormina e che consente un’effettiva risoluzione del problema”.
Cateno De Luca, lei è stato sindaco anche a Messina. Quali sono le differenze principali delle due città e che ha riscontrato esercitando il ruolo di primo cittadino?
“Mi permetta una battuta. Il messinese è cosciente che esistono le regole, ma è anche cosciente che spesso le viola. Con il taorminese invece la questione è differente. Partiamo dal presupposto che Taormina è una ‘repubblica indipendente’ e che quindi certe regole qui non si applicano”.
“Questa logica richiede un approccio diverso. Di conseguenza per me affrontare Taormina ha richiesto una presa di posizione ancora più dura. Quando mi sono insediato a fine maggio 2023, i rifiuti venivano esposti lungo il corso alla chiusura dei negozi dalle 22 in poi, per essere ritirati il giorno successivo a mezzogiorno. Per raggiungere un bar dovevi fare la gincana per evitare i rifiuti. La prima cosa che ho fatto è stata quella di imporre che l’esposizione dei rifiuti dovesse essere fatta all’una e mezza di notte, per essere ritirata massimo alle 8:30 del mattino“.
“Ho ereditato Taormina in dissesto finanziario e in un anno ne siamo usciti. Le amministrazioni che mi hanno preceduto non hanno voluto modificare quella logica per cui anche a Taormina le regole si applicano“.
In questo momento all’Ars si discute dei Consorzi di bonifica e della variazione di bilancio. Qual è la sua visione su questi due provvedimenti importanti per la Sicilia?
“Oggi siamo in una fase che richiede la chiusura di questa logica e soprattutto mette in condizione i Consorzi, che hanno una funzione fondamentale per il nostro territorio. Il tema è uno. Noi non possiamo pensare di mettere una pezza senza mettere i Consorzi nelle condizioni di operare per la funzione e la missione per cui sono stati creati“.
“Le criticità non riguardano solo il personale, il vero problema è la mancata strategia, la visione di quella che deve essere la funzione dei Consorzi. Perché se continueremo a giocare in difesa, a mettere una pezza sugli errori commessi in passato – e mi permetto di dire in violazione di legge – allora non c’è nulla di nuovo. La Regione non può passare come l’ente che continua a stabilizzare. Rendere produttivi i vari rami della pubblica amministrazione, come Consorzi o dipartimenti, dipende dalla visione politica. Non mi pongo il tema dei costi, ma della produttività“.
Sul tema della variazione di bilancio?
“Abbiamo visto in questi ultimi giorni un cambio di passo. Se questo è collegato a fattori che non hanno nulla a che vedere con la politica, allora il tema si pone e io personalmente lo porrò in aula. La politica, quando è debole, si fa travolgere da eventi che scaturiscono da qualche comportamento non conforme alla legge. Io non accetterò mai questo ragionamento e neanche il clima di intimidazione che si genera attraverso le strategie di comunicazione, spesso anche con informative illegittimamente sbattute sui giornali. E non si sa come escono. Le indagini non si sono ancora concluse, ma si aprono i processi e di conseguenza se la politica è debole cambia rotta: perché confessa o perché non è nelle condizioni di dimostrare che le scelte che ha fatto sono corrette?“.
“Se qualcuno ha marciato su quelle scelte va individuato, isolato ed eventualmente la magistratura deve fare il suo corso. Sono curioso di capire cosa arriverà in Aula e chiederò spiegazioni. Se la logica è cambiata, per quale motivo è cambiata? Non voglio essere accomunato con situazioni che non mi appartengono e contro cui ho sempre combattuto“.
Parliamo di Renato Schifani. Quali sono oggi i suoi rapporti con il presidente della Regione Siciliana?
“I miei rapporti con il governatore sono quelli noti. Quando ci sono dei provvedimenti che vengono proposti dal governo, li guardo con approccio propositivo e non demolitivo. Ci sono due forme diverse di fare opposizione. Da quando ci siamo incontrati con il presidente Schifani, il 30 ottobre scorso, ho deciso di avere un approccio propositivo, pur rimanendo all’apposizione, con la libertà di dire quali sono le cose che in un provvedimento, secondo il mio punto di vista, vadano modificate. Questo fa parte della dialettica politica, quella vera, che punta a migliorare un testo. Chi ha un approccio demolitivo in aula punta semplicemente a rallentare l’iter. Per fare le controproposte bisogna studiare, bisogna capire, ma bisogna avere anche una visione. Fare opposizione finalizzata alla demolizione è la cosa più semplice“.
Schifani bis?
“Il tema di Schifani è un tema che non mi appartiene”.
“Lui è il presidente regnante. Ha espresso la volontà di ricandidarsi e la compagine nel quale lui è stato indicato ed eletto deve stabilire se da presidente regnante va riproposto. Quindi è un tema che non può riguardare Cateno De Luca, è una decisione che appartiene al centrodestra. Il tema non è la prosecuzione di Schifani. La vera domanda è: questo governo che tipo di direzione assume e come si vuole proporre per il futuro? Questo può portare a una valutazione da parte mia di poter anche sostenere questa scelta da una parte, o non sostenerla. La mia posizione politica non può essere condizionata da una scelta personale che riguarda il centrodestra e non Cateno De Luca. In un attimo succedono terremoti, succedono eventi che stravolgono anche altri tipi di strategie. Per cui, questa è una fase che bisogna vivere secondo quelle che sono oggi delle tappe che questo governo vuole tracciare e poi si tireranno le conclusioni“.
E Cateno De Luca, cosa farà per le Regionali 2027? Prevede una ricandidatura?
“Altri non hanno questa libertà e quindi è ovvio che sono condizionati e condizionabili. Non andremo più a fare i ‘Don Chisciotte’ della situazione. Il tema è un altro, non ho colto la volontà di creare un’alternativa che non sia marcatamente di centrosinistra, e che sia comunque alternativa a una visione di governo rispetto a un’altra. E quindi, dato che ci sono tanti colleghi che da 40 anni fanno gli oppositori, sono comodi, prendono gli stessi soldi degli altri e non generano fatica. Credo che ci sia la sindrome proprio di rimanere all’opposizione”.
“Ma questo non lo dico io, lo dice anche l’ultima elezione del 2022. Se dopo le Primarie PD e 5 Stelle sono andati per i fatti propri, certifica che sono delle forze che almeno in Sicilia non hanno assolutamente la voglia di sporcarsi le mani con l’amministrazione. Al di là delle sceneggiate che fanno, non c’è un disegno concreto per realizzare un’alternativa. Di una cosa sono certo, la nostra esperienza si deve tradurre in azione di governo. Se non c’è l’alternativa a questo sistema, allora punto eventualmente a modificarlo. Noi, per la nostra storia e per quello che dimostriamo quotidianamente con i nostri ruoli, abbiamo diritto di poter incidere sul destino dei siciliani“.