“Lunedì scorso, dopo l’ennesima fibrillazione in Aula che ha visto naufragare buona parte della manovra quater, il presidente Schifani ha opportunamente riunito la maggioranza che sostiene il governo. L’incontro, in linea con l’esito di tutti gli altri vertici convocati dall’inizio della legislatura ad oggi, ai quali ho partecipato personalmente, si è concluso con la conferma dell’unione d’intenti tra i partiti di centrodestra ribadendo l’unità della coalizione e il sostegno all’azione del Presidente Schifani”.
Queste sono le parole del capogruppo della Dc all’Ars Carmelo Pace.
“Unione d’intenti e unità della coalizione che, al primo voto segreto, anziché confermare, mettendoli in pratica, i buoni propositi e gli esiti del vertice di maggioranza, li sconfessa con un voto contrario e la conseguente bocciatura. Con il paradosso che ad essere bocciati sono proprio i provvedimenti della stessa maggioranza che, il giorno prima, annunciava alla stampa all’opinione pubblica la famosa unione d’intenti. Le decisioni concordate e sottoscritte nei vertici di maggioranza dovrebbero trovare applicazione e riscontro in Aula, dove i partiti e i parlamentari sono chiamati a esprimere, con il voto, la stessa posizione assunta proprio nel vertice di qualche giorno prima”.
Il comportamento in Aula, invece, lo dicono i fatti, non ha rispettato, troppo spesso, le decisioni assunte nel vertice. Non vorrei, invece, che si desse l’impressione che l’unità della coalizione, quella che si esprime realmente con il voto in Aula, dipendesse dallo spostamento o dalla promozione di questo o quel dirigente. Non mi sembra questa la via maestra – continua Pace -. Un campo di prova importante, non solo per l’unità ma per la credibilità di questa classe dirigente, sarà rappresentato dall’abolizione del voto segreto. A causa del quale, è doveroso ricordarlo, è stata cassata la riforma delle province, la riforma dei Consorzi e alcune importanti norme come quella sull’editoria o il finanziamento del progetto cinematografico su Biagio Conte. Si tratta di norme sottoscritte dai partiti, parte integrante del programma di governo del Presidente Schifani”.
“Il voto segreto, è vero, viene sistematicamente chiesto dall’opposizione, i cui rappresentanti, alcuni di loro esperti nell’arte dell’inciucio, hanno un nome e un cognome. Ma questo processo, assai vicino al “tafazzismo”, viene portato a termine con la complicità di alcuni esponenti della maggioranza. C’è da chiedersi, con queste premesse e in queste condizioni, se abbia ancora senso proseguire, come se nulla fosse, la legislatura. L’esito sull’abolizione del voto segreto ci dirà se quelli sull’unità della coalizione sono solo proclami oppure, come è auspicabile attendersi, si tratta di uno stato di fatto che trova riscontro in Parlamento e, di conseguenza, nella realtà”.
“Prima dell’approdo in Aula della prossima finanziaria, provvedimento che si annuncia molto corposo, è opportuno, per gli equilibri della maggioranza, che Sala d’Ercole si pronunci a favore dell’abolizione del voto segreto. Un simile pronunciamento non solo restituirebbe l’immagine di un centrodestra unito, coeso e compatto. Ma consentirebbe di approvare manovre e provvedimenti in modo più snello, senza quegli scivoloni che, troppo spesso, ne hanno compromesso l’esito sulla pelle ai siciliani”.
“Consentirebbe, soprattutto, alla coalizione di centrodestra, di sostenere lealmente il governo guidato dal Presidente Schifani, governo che gli elettori nel 2022 hanno democraticamente scelto per governare la Sicilia”.




