Carissimi
C’era una volta Me, così potrebbe iniziare come tante “favole” il racconto della mia vita.
Si, perché la mia vita è una favola (come sono certo la vita di molti di voi) e giunti al quarto che conta si potrebbe non solo iniziare a metterla per iscritto, ma iniziare a pensare pure chi te la possa pubblicare.
Ci saranno di certo strafalcioni grammaticali, l’uso improprio di virgole e virgolettati, l’inizio di frasi con “ma” e tante di quelle imprecisioni da penna rossa che darebbero lavoro ai “correttori”, quelle figure mitiche che iniziarono con le bozze e finirono con le vite altrui, proprio quelle “vite degli altri” di cui mi sono pregiato di scrivere e portare in “scena” in un reading di “Leggendo Epruno”.
Reading di Leggendo Epruno, si una lettura corale inventata nel momento in cui ho iniziato a contare i miei passi e prendere appunti sulle sensazioni e infine ho avuto non solo il coraggio di metterle su foglio, ma chiedere a qualche amico …… “scusa le leggeresti?”
Infine, mi sono seduto nell’ultima fila per osservare le espressioni di chi benevolmente o perché stanco degli inviti si era seduto ad “ascoltarmi”.
Si, c’era una volta “Me” e di quel “Me” ad oggi non sono più le imprese fatte e tenute nell’ombra e quasi sempre “a gratis” (anche se frutto di lavoro) a rimanere, ma le, le sempre più rare foto attuali, poiché proprio perché “c’era una volta” mi torna difficile fare paragoni con ciò che c’è adesso.
Chi si è seduto alla mia mensa sa bene che seppur c’era una volta se si ha la pazienza di “sgusciarmi”, c’è ancora e tutto intatto quel bambino di undici anni che c’era allora e che tutto quanto è avvenuto da allora ad oggi, in modo a volte straordinario, sa soltanto di “favola” ricca dei personaggi delle favole, dagli orchi alle streghe cattive, dagli gnomi ai giganti, dalle pietre preziose ai sassi, ma non trovo ancora la scritta “e tutti vissero felici e contenti”.
Visto che non ci sente nessuno, diciamolo, ma quando mai “vissero tutti felici e contenti” nella vita di ogni giorno?
Per un felice ci sono almeno sette persone che stanno piangendo per poter permettere a costui di vivere contento.
Per quanto riguarda tutti, chi sarebbero costoro? Parlate forse dei “parenti della fidanzata“? Parlate forse dei componenti dei circoli e dei cerchi magici che si proteggono dall’esterno pur di non far entrare uno “triste e scontento”, affinché non si possa alla fine vivere all’apparenza “tutti felici e contenti”?
Si, c’era una volta “Me” ma dopo il primo sorriso la mia favola sembra triste perché non ci sono maghi, non ci sono fatine buone a popolarla e perché ogni qual volta ci sono stati, alla fine hanno buttato la maschera e anche loro si sono approfittati di “rubare parte della mia vita”, “parte delle mie energie”, “parte delle mie risorse” (intendiamoci, piccioli non ce ne sono mai stati), ma e malgrado ciò ho conosciuto anche coloro che sono entrati mediante “attraversamenti” nella mia vita a rubarmi “la cassetta delle offerte”, quei poveri risparmi fatti spesso anche di “bottoni” lasciati li a gratificare l’incontro con me, nella mia crescita.
Ecco perché, ai “correttori di bozze” dico che in questa favola c’è poco da correggere, e se troverete qualche errore da matita blu, non fu il mio e che i tanti errori con matita rossa, non sono tali, ma è soltanto un moderno modo di esprimersi di la da venire e che si comprenderà soltanto quando i miei “eroi” sempre solitari, saranno diventati un puntino lontano in quei tanti lunghi rettilinei nel deserto, o davanti a porte chiuse dove percepire l’assenza o davanti ad ascensori che saliranno senza fermarsi più, prima di accennare ad un saluto.
C’era una volta “Me” e avercene di favole come queste da raccontare. Un abbraccio, Epruno.