Dopo i casi al cimitero di San Martino, Bagheria e quello dei Rotoli, un nuovo caso di “cimitero degli orrori” in provincia di Palermo. I carabinieri hanno notificato l’avviso di conclusione delle indagini: sono 27 gli indagati nell’indagine sul cimitero di Monreale (PA).
L’inchiesta è nata da numerosi esposti arrivati in Procura sulle richieste di denaro per poter seppellire i propri cari, ed è stata coordinata prima dal sostituto procuratore Alfredo Gagliardi e poi dal pm Giorgia Spiri. I reati contestati a vario titolo sono falso materiale, falso in atto pubblico, truffa aggravata, abuso d’ufficio, corruzione, soppressione di atti veri, falsificazione delle dichiarazioni sostitutive.
Secondo le indagini nel cimitero vi era un commercio di loculi. Le procedure sarebbero state falsificate da medici dell’Asp, custodi del cimitero monumentale di Monreale, funzionari comunali e titolari di imprese funebri per liberare i posti e aggirare i vincoli imposti dal Comune per accedere alle sepolture.
Complessivamente sono circa 200 i loculi finiti nel mirino della procura.
I NOMI DEGLI INDAGATI
Gli indagati nelle indagine sulle sepolture al cimitero di Monreale sono: Giuseppe Venturella, Ernesto D’Agostino, Giovanni Ruggieri, Luigi Teodosio, Pietro Basile, Salvatore Ganci, Francesco Paolo Sutera, Salvatore Marchese, Salvatore Ciofalo, Vincenzo Nicolosi, Mariano Russo, Francesca Lo Piccolo, Antonio Prestidonato, Giuseppe Maniscalco, Antonino La Mantia, Giorgio Rincione, Bernardo Marcimino, Francesco Sciortino, Antonino Di Cristofalo, Maurizio Busacca, Rosalia La Parola, Gaetano Lo Monaco, Massimo Alongi, Francesco Rincione, Marco Davì, Maria Pia Cappello e Salvatore Palazzo.