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Da “graffitari” ad artisti liberi di esprimere sé stessi e il territorio. A raccontarli, il catalogo “Street Art Palermo – Un Percorso tra graffiti e public art”, presentato oggi all’Eco Museo del Mare.
Sfogliarlo, significa immergersi in una città ridisegnata, un teatro a cielo aperto dove vere e proprie opere d’arte, sbucano tra i vicoli di un quartiere. Imponenti, colorati murales tra i rumori di una Palermo che sente il bisogno di parlare, di comunicare. I muri sono le tele scelte da questi artisti. Parcheggi, sottopassaggi, grandi pareti e palazzi diventano gallerie alla portata di tutti. Spazi autorizzati in cui, armati di bombolette spray, si è liberi di manifestare la propria creatività.
Così, il più delle volte inaspettatamente, compaiono grandi occhi scuri, firme colorate, dame e cavalieri senza volto, omaggi al “Trionfo della Morte”, alla quotidianità, a Fabrizio De Andrè. Madri e madonne, bambini in cui è facile riconoscere un abitante di quel quartiere e poi ancora le Cartoline da Ballarò dove, tra palazzi nobiliari e ruderi ritroviamo tutta la varietà umana di un quartiere, tra santi e icone del cinema.
La pubblicazione è il risultato di un dialogo iniziato nel 2018 tra il Comune di Palermo e un gruppo di artisti forse un po’ stanchi di essere definiti artisti di serie B se non addirittura veri e propri vandali. Un anno dopo, nel 2019, nasceva il primo Albo ufficiale a cui accreditarsi per poter dipingere sui 24 muri autorizzati sparsi per la città. Il catalogo è stato realizzato alla fine del 2020 ma, è stato presentato solo adesso a causa delle restrizioni AntiCovid dei mesi scorsi. E’ un’istantanea che coglie lo “stato dell’Arte” in città, segnalando le principali opere di Public Art che creano un filo unico, da seguire dal centro alle periferie.
Da Brancaccio a Mondello, il libro racconta un viaggio tra tags e opere che esprimono lo stile e i lavori di numerosi artisti della scena palermitana e non solo.
Accanto all’esperienza dei Muri Liberi, il catalogo è stato arricchito da un itinerario dedicato alla “Public Art”. Si tratta di opere figurative inserite nel tessuto urbano, spesso realizzate su commissione. Protagonista, la città di Palermo dal centro storico alle periferie.
“Il catalogo – afferma Danilo Li Muli, Direttore artistico – racconta un fermo immagine della storia dell’arte pubblica a Palermo. E’ senza scopo di lucro, è fatto per comunicare gli artisti che hanno dato tantissimo alla città e ora è giusto che la città dia loro visibilità e comunicazione”.
«Possiamo parlare di “urbanesimo umano” , una forma d’arte e di cultura che si sposta dal chiuso dei palazzi ai muri della città e che aiuta a sentirsi comunità. In questo modo chi vive lì, e che forse non è mai andato al museo o a teatro, apprezza l’arte perché la sente parte della vita”, ha sottolineato il sindaco Leoluca Orlando.
«Il fenomeno della street art a Palermo – dice Mario Zito, Assessore comunale alle Culture – ha assunto caratteristiche assolutamente originali. Qui, operano tantissimi artisti. A volte si mantiene quel “clima di clandestinità” tipico della street art ma oggi, siamo dinanzi a interventi di riqualificazione che puntano sulle capacità di artisti che si sono formati sia per strada, sia all’interno di scuole o Accademie come accade per gli studenti o i docenti dell’Accademia di Belle Arti. Ho parlato con le guide turistiche: si è molto interessati a creare percorsi alla riscoperta dei graffiti proiettandosi verso una Palermo policentrica dove tutti quartieri assumono un significato importante”.
“Questo progetto – prosegue Licia Romano, Vice Capo Gabinetto Comune di Palermo – vuole essere una testimonianza del proliferare degli street artist in città un po’ come accade in tutte le grandi città europee. Abbiamo cercato di tenere insieme decoro urbano ed esigenze degli artisti, condividendo un percorso. La street art ha successo perché è la città che si racconta e i cittadini la ascoltano e la guardano con attenzione. Molte opere, si trovano in periferia dove alcuni spazi sono stati recuperati e hanno una loro dignità. Chiunque può registrarsi gratuitamente all’Albo fornendo solo il documento d’identità e il portfolio. La registrazione tutela l’artista perché è capitato che alcuni di loro siano stati vittima di multe o controlli poiché privi di autorizzazione. Al momento ci sono circa 66 artisti registrati di cui ,solo una parte è residente mentre, una grossa percentuale riguarda non residenti attratti dal passaparola innescato da questa iniziativa”.
Luca D’Agostino, in arte Mr. Acker spiega che uno dei problemi principali per un giovane writer, è la voglia di realizzarsi artisticamente ma senza incorrere in sanzioni. “ I muri liberi danno la possibilità di scegliere uno spazio per un progetto che valorizza la città”.