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Proseguono le indagini

Cocaina ripescata in mare a Lampedusa, altri 11 fermi: ecco come veniva pagata

mercoledì 19 Luglio 2023

Undici fermi, due dei quali su un peschereccio bloccato al largo delle coste di Lampedusa. Cinque mesi dopo l’operazione antidroga “Levante” che fece scattare altri 11 fermi, i carabinieri, durante la notte, hanno bloccato i nuovi indagati.

Le indagini, coordinate dalla Procura di Agrigento con a capo il reggente Salvatore Vella, su quello che, nel luglio del 2022, fu, per Lampedusa, il più grosso sequestro di cocaina non si sono mai fermate. Furono circa 25 i chili di droga, per la maggior parte ancora confezionata in panetti, che vennero allora sequestrati. Ad essere arrestato in quell’occasione fu il lampedusano Umberto Blandina di 60 anni. Lo scorso febbraio, ricostruendo la rete dei trafficanti, vennero fermati complessivamente 11 abitanti dell’isola.

Adesso i carabinieri hanno eseguito il nuovo decreto di fermo di indiziato di delitto per altre 11 persone. I destinatari delle misure sono sette lampedusani e 4 senegalesi, alcuni dei quali già con precedenti penali. Gli ultimi due indagati, un lampedusano, armatore della barca, e un marinaio senegalese, sono stati bloccati in mattinata dopo che la motovedetta dei carabinieri li ha intercettati in mare. Il peschereccio al momento viene scortato verso il porto.

Sono stati raccolti indizi di colpevolezza su tutti coloro che hanno avuto un ruolo nel ritrovamento, occultamento e spaccio dei panetti di cocaina purissima ritrovati nel mare di Lampedusa – da 150 a 200 chili complessivamente -, ma è stato individuato anche uno dei canali di pagamento delle partite di droga: ricariche di “conti gioco” utilizzati per effettuare le scommesse on-line, ricariche eseguite da alcuni degli acquirenti delle partite di cocaina. L’inchiesta antidroga denominata “Zefiro” – che ha permesso di eseguire 11 fermi, firmati dal pm Giulia Sbocchia e dal procuratore capo Salvatore Vella, – è il naturale prosieguo dell’attività investigativa svolta dopo l’arresto, nel luglio del 2022, di Ignazio Umberto Blandina che è stato condannato, in abbreviato, dal gip del tribunale di Agrigento a 4 anni e 4 mesi di reclusione e al pagamento di oltre 18 mila euro di multa, sentenza non definitiva e pena ridotta anche grazie alla sua collaborazione con gli inquirenti, e dell’operazione “Levante” dello scorso febbraio.

Carabinieri e Procura di Agrigento non si sono mai fermati e durante la notte sono stati eseguiti gli altri 11 fermi. Antonino Di Maggio, Sana Sarr, Waly Sarr, Mhaye Ibrahima sono stati ritenuti responsabili dell’occultamento, detenzione e cessione di cocaina per un quantitativo complessivo di 57 chili, suddivisa in altrettanti panetti. Giovanni Blandina e Jacopo Blandina, rispettivamente padre e figlio di Ignazio Umberto Blandina, sono stati ritenuti responsabili – dal pm Giulia Sbocchia e dal procuratore capo Salvatore Vella – della gestione e dello spaccio dello stupefacente precedentemente occultato dal proprio familiare prima del suo arresto. Vincenzo Lo Verde, Gningue Lo Doudou, Vincenzo Barbera, Tony Sparma e Nicola Minio sono stati ritenuti responsabili, in concorso, di detenzione e spaccio di cocaina. Gli 11 indagati, sottoposti a fermo di indiziato di delitto, verranno portati, nelle prossime ore, nelle case circondariali di Agrigento, Caltanissetta e Palermo, ad eccezione di Giovanni Blandina che, a causa della sua età avanzata, è stato posto ai domiciliari.

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