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La discussione

Collegato ter presto all’Ars, ma la speranza di stabilizzare gli Asu c’è?

martedì 24 Ottobre 2023

Il futuro occupazionale dei precari Asu siciliani è ancora tutto in salita e per la stabilizzazione c’è ancora parecchio da fare o, comunque, da definire. All’Ars si discute di trovare quanto prima la copertura finanziaria per assicurare i servizi garantiti dai lavoratori fino al 31 dicembre 2023, nonostante sia stato raggiunto il tetto previsto per l’attuale Esercizio finanziario di 14 milioni di euro.

Un tasto dolente per la Regione che ancora una volta si trova nella scomoda posizione di reperire le risorse a fronte dei servizi forniti dagli enti locali che impiegano l’attività lavorativa del bacino. Infatti, il limite è stato raggiunto e gli enti che prorogheranno i servizi con soggetti Asu avranno l’onere della copertura finanziaria, come ha comunicato recentemente una nota dell’assessorato regionale della Famiglia.

Ovviamente, non è tutto fermo.

Si ricorderà che alcune parti dell’ultima Finanziaria sono state stralciate e fatte traghettare in altri collegati. In commissione Bilancio è già stato approvato il Collegato ter che il 7 novembre approderà a Sala d’Ercole per la discussione e la votazione. Il documento contiene una serie di norme con tanto di importi per ogni singola voce. Di fatto, siamo di fronte ad una vera e propria variazione di bilancio dove il governo regionale farà confluire molte risorse finanziarie.

La Dc non fa passi indietro sulla stabilizzazione dei lavoratori in questione, precari da oltre vent’anni, e punta ad inserire nello stesso Collegato ter la norma che contiene le somme per sostenere la categoria degli Asu. Una proposta che è si è trasformata in un serio accordo dopo il confronto con l’assessore all’Economia Marco Falcone. E’ previsto, infatti, l’incremento del monte ore lavorativo del personale da 20 a 36 settimanali. I soldi messi in bilancio, i 14 milioni di euro, coprono le spese fino al 31 ottobre, per cui si sta lavorando per inserire nel Collegato ter le somme residuali che servono fino a fine anno, coprendo così i mesi di novembre e dicembre.

Ci sono già state delle riunioni e prossimamente ci sarà un incontro tra governo regionale, forze politiche e sindacati e con i quali si discuterà delle modalità da tenere in considerazione affinché questi lavoratori, nei prossimi mesi, vengano stabilizzati. Una della battaglie è sconfiggere il precariato. Ma sarà veramente possibile? Per 25 anni, i lavoratori hanno percepito circa 607 euro al mese per 20 ore settimanali. Con l’integrazione delle ore è stato possibile aumentare anche la retribuzione. Un plus che varia da categoria a categoria: 600 euro in più per la fascia A,  900 euro in più per la fascia C. Ma la certezza del futuro non può che essere la stipulazione di un contratto a tempo indeterminato.

La copertura finanziaria per i contratti ci sarebbe, dato che nel bilancio della Regione le somme si aggirano ai 56 milioni di euro. Ma i paradossi, tuttavia, non mancano e circolano nei corridoi del Palazzo. Gli esempi vanno dalla diminuzione delle ore settimanali (tra 18 ore e 24 ore) purché si garantisca, quanto meno, la sottoscrizione di un “pezzo di carta”, o nella peggiore delle ipotesi, l’idea che alberga nella mente di qualcuno sarebbe quella di assumere 1000 precari ogni anno. Gli Asu sono oltre 4000 in Sicilia, quindi ci si domanda sulla base di quali criteri e meriti saranno scelti i singoli precari. Una scelta che potrebbe scatenare “una guerra dei poveri”. La proposta che fa da contraltare alla precedente è quella della Democrazia cristiana che è la seguente: con i soldi già a diposizione in bilancio si potrebbe stabilizzare l’intero bacino con lo stesso monte ore, con l’impegno di aumentare anno dopo anno le ore settimanali.

Nel frattempo cammina la proposta della prossima legge di Stabilità che dovrebbe attenzionare maggiormente i comuni dell’Isola, oppressi dai propri bilanci in rosso.

 

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