Una donna di 36 anni, E.A., è stata arrestata dalla Polizia per abbandono di minore. Nel 2019, nella sua abitazione di Comiso, era morto il figlio neonato. La 36enne aveva riferito agli inquirenti di averlo allattato al mattino e di averlo messo a letto, accorgendosi che il bambino emetteva strani rumori. Qualche ora dopo il bambino era morto.
I sanitari ne accertarono il decesso solo dopo alcune ore. Gli accertamenti della Polizia e l’autopsia eseguita sul corpicino del bimbo hanno permesso di stabilire che il bambino era stato trascurato, che non aveva avuto un’adeguata assistenza sanitaria, aveva un braccio fratturato per una caduta occasionale dalla culla e persino una polmonite.
Era morto per la gravissima situazione clinica complessiva. Ieri è stata eseguita l’ordinanza di misura cautelare: la donna è stata posta agli arresti domiciliari.
È stato determinante, per l’arresto, il tempo intercorso tra la morte del bimbo (circa le 11 del mattino) e il momento in cui la donna, romena, ne ha denunciato il decesso alla Polizia, circa quattro ore dopo, senza aver chiamato i soccorsi. L’autopsia eseguita a Catania dal medico legale Giulio Di Mizio, dell’Università della Calabria, accertò che il bimbo aveva patologie mal curate: una una polmonite e la frattura a un braccio, probabilmente a causa di una caduta.
La donna aveva sei figli e una bimba che viveva con lei era stata affidata a una struttura esterna, proprio per le difficoltà della madre a soddisfare i bisogni essenziali della piccola. La donna aveva raccontato agli inquirenti di averlo allattato al mattino e di averlo messo a letto. Determinante, per la decisione del magistrato (l’ordine di custodia cautelare è stato emesso dal Gip di Ragusa, su richiesta del sostituto procuratore Santo Fornasier), l’esito dell’autopsia, gli accertamenti medico-legali e le testimonianze dei familiari.