“Siamo qui per affermare la presenza dello Stato”. Lo ha detto, giungendo al Municipio di Favara (Agrigento), Antonello Cracolici, presidente della commissione regionale antimafia. L’iniziativa rientra nel lavoro di mappatura della commissione sullo stato della criminalità organizzata nelle varie province siciliane.
“In questo territorio c’è una presenza organizzata sia di cosa nostra che della stidda che possono contare su un sistema di relazioni internazionali. Ma soprattutto c’è un tessuto sociale debole. Siamo qui per dire che lo Stato c’è.” Lo ha detto il presidente della commissione regionale Antimafia, Antonello Cracolici, che con gli altri componenti della commissione ha incontrato a Favara i vertici istituzionali e gli amministratori della provincia di Agrigento.
“L’attività di contrasto si è mossa sia sul terreno patrimoniale che nei confronti di alcuni mandamenti specifici della provincia – ha aggiunto Cracolici – C’è stato segnalato, come in altre zone della Sicilia, un aumento del traffico e del consumo di stupefacenti, ma soprattutto mi ha colpito sapere che nella provincia di Agrigento non esiste un’associazione antiracket, le denunce su estorsioni e usura sono scarsissime, e le poche attività antiracket esistenti provengono sostanzialmente da associazioni di Palermo o nazionali. Qui la società civile è poco attiva e questo costituisce il punto più preoccupante della capacità reattiva di questo territorio. Su questo e sulla cultura dell’antimafia, c’è da lavorare. Stiamo incontrando i vertici investigativi, giudiziari, e gli amministratori delle varie province convinti che al di là della dimensione conoscitiva della legalità, occorra promuovere una reazione organizzata delle istituzioni e della società civile. Per vincere l’indifferenza dobbiamo alzare la qualità dell’impegno della Sicilia contro le mafie“.
La commissione sta incontrando le autorità, a partire dal prefetto di Agrigento, Maria Rita Cocciufa. Dalle 13 in poi, la commissione incontrerà il sostituto procuratore presso la Dda al tribunale di Palermo, Paolo Guido, il procuratore capo facente funzioni di Agrigento, Salvatore Vella e il procuratore capo di Sciacca, Roberta Buzzolani. A seguire, i sindaci dei comuni della provincia saranno ascoltati dalla commissione su questioni relative alla presenza della criminalità mafiosa nel territorio.
La commissione, proprio con i sindaci dell’Agrigentino, si soffermerà anche sui temi legati alla gestione idrica e all’era post Girgenti Acque: la società che si occupava del servizio e che è stata sciolta dopo interdittiva antimafia e l’inchiesta “Waterloo” che ha ipotizzato l’esistenza di un complesso intreccio affaristico messo in piedi dal patron di Girgenti Acque Marco Campione. Il procedimento, con 45 imputati fra vertici di Girgenti Acque prima del commissariamento, politici, professionisti, forze dell’ordine e uomini delle istituzioni, è in corso dinanzi al gup del tribunale di Agrigento Micaela Raimondo.