“Va tutto a scatafascio. Amat e Rap sono sull’orlo del fallimento“. Questo è l’allarme lanciato dal consigliere comunale Fabrizio Ferrandelli, esponente di punta di +Europa in Sicilia, sul bilancio di Previsione 2019-2021. L’analisi della situazione del comune di Palermo l’ha spiegato in un breve video postato nella sua pagina Facebook al termine della commissione bilancio.
“C’è da cambiare ricetta ed anche chef, altro che rimpasto“, conclude duramente Ferrandelli.
L’amara riflessione di Ferrandelli fa riferimento alla relazione di ben 42 pagine, del collegio dei revisori, dove vi è un’analisi dettagliata di tutti i conti dell’Amministrazione comunale.
Nonostante le criticità espresse nel documento è stato dato il via libera da parte del Collegio sul bilancio di previsione 2019/2021 del comune di Palermo. L’iter adesso prevede la discussione in Consiglio comunale e l’approvazione entro i termini di legge fissati al 31 marzo 2019.
Proprio riguardo le Partecipate, nella relazione si evince che nel 2018 Amat ha una perdita di 5,5 milioni, Rap di 12,5 e Reset di mezzo milione, e per quanto riguarda Amap i numeri indicati potrebbero non essere del tutto “attendibili” e a scriverlo sarebbe l’azienda stessa spiegando che “i dati riportati nella reportistica infra annuale “sono il risultato di valori contabili e valori oggetto di stima a causa dell’assenza di dati disponibili alla data di predisposizione dei report“.
Sempre nel documento si legge che l’accantonamento per le perdite che ad oggi dovrebbe essere di circa 4,2 milioni e per il Collegio non sarebbe sufficiente “A fronte di tali perdite potenziali – scrivono i revisori – non sono stati effettuati ulteriori accantonamenti rispetto a quelli previsti nel 2018 – pari a poco più di 4 milioni – mentre sarà necessario ricostituire il capitale sociale dell’Amat in virtù della perdita di cui al Bilancio 2017 o ridurlo entro i limiti di legge“.
Più o meno simile la situazione per la Rap le cui perdite ammonterebbero a 12,5 milioni e un capitale sociale di soli 14,5 milioni. Tradotto significa che nel 2018 ci sono stati 18 milioni di buco che dovranno essere sistemati nel 2020. Insomma, dati e relazione per niente confortanti.
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