“Il Programma Triennale delle opere pubbliche, elaborato dal Comune di Palermo e approvato a maggioranza, venerdì sera, in consiglio comunale, non è affatto la meraviglia di cui qualcuno racconta: è un documento privo della tanto decantata “visione”, è carente in progettazione e in alcuni suoi aspetti sembrerebbe non rispettare la legge”. A riaccendere la polemica su questo atto, già consumata in consiglio comunale, è il gruppo dei pentastellati al Comune.
In particolare la critica viene mossa sull’elenco degli interventi per i quali l’Amministrazione comunale dovrà impegnare la spesa entro il 2017 e che costituisce la parte più interessante del Programma Triennale. “Deve essere la legge a prevedere che gli interventi siano dotati di una qualche, anche minima, progettazione. E pongono una domanda: “E’ possibile pensare che questi interventi siano stati inseriti nel Piano Annuale senza la preventiva approvazione della progettazione, prevista per legge? “.
“Abbiamo chiesto, e più volte sollecitato – proseguono i consiglieri del Movimento 5 Stelle – prima tramite la Seconda Commissione Consiliare, poi tramite PEC, di potere accedere ai documenti che dimostrino l’approvazione della progettazione per tutti i 33 progetti che compongono il Piano e per quelli di cui, tramite emendamenti, si chiedeva l’inserimento. Questi documenti, dopo una serie di rimpalli, non sono stati messi a disposizione dall’Amministrazione. Per quanto ci costa potrebbero pure non esistere. Per avere un quadro esaustivo della situazione attenderemo i trenta giorni previsti per l’accesso a tutta la documentazione utile e disponibile”.
“In un solo caso, invece, con riferimento all’intervento sull’area della ex Fiera del Mediterraneo, gli uffici hanno consegnato un atto come ‘studio di fattibilità’ che, oltre a non rispondere a criteri di la legge, non è approvato, non riporta la firma del progettista e, addirittura, non è datato”.
“Inoltre, il piano triennale e l’elenco annuale risultano non supportati dal parere del collegio dei revisori che, a nostro avviso, sarebbe stato, invece, necessario ex lege. Infatti, l’art. 239 del testo unico degli enti locali stabilisce che l’organo dei revisori deve rendere parere, tra gli altri, su tutti gli “strumenti di programmazione economico-finanziaria”, tra i quali non può non essere considerato il piano triennale e l’elenco annuale delle opere pubbliche”.
“Questo programma, che è stato approvato in tutta fretta dalla maggioranza a Sala delle Lapidi, nonostante tutto quello che è stato scritto – concludono i sei consiglieri del M5S – non è la meraviglia di cui qualche demagogo parla. E’ invece la dimostrazione tangibile dell’approssimazione con cui questa amministrazione ha lavorato e, soprattutto, del grado di inconsapevolezza del Consiglio Comunale che approva fondamentali atti di indirizzo e programmazione, rinunciando al potere sovrano di controllo e indirizzo della Città”.