“La Regione Siciliana ha fatto e sta facendo la propria parte, con la creazione di un apposito Fondo che mobilita 20 milioni di euro a favore dei Comuni in dissesto”. Queste le parole dell’assessore all’Economia, Gaetano Armao in relazione allo stato di crisi finanziaria degli enti locali siciliani. Armao ha chiamato in causa il governo nazionale: “La Finanza locale, tuttavia, è materia di competenza dello Stato e pertanto non è più rinviabile anche un intervento del governo centrale per evitare che gli enti siciliani vadano in default – ha aggiunto Armao -. Ad aggravare la situazione, nel corso degli ultimi anni, la drastica riduzione dei trasferimenti statali verso i Comuni e un prelievo forzoso per le ex Province che quest’anno è di 277 milioni di euro. Solo con un valido concorso dell’esecutivo nazionale, quindi, il problema può essere risolto”, ha affermato Armao.
Intanto domani ritorna a riunirsi l’Assemblea regionale siciliana per discutere la variazione di bilancio, dopo che la calendarizzazione annunciata dal Presidente di Sala d’Ercole Gianfranco Micciché aveva destato malumori, in particolare tra le opposizioni, nonostante la riunione dei capigruppo precedente alla determinazione dei lavori d’Aula. Una discussione che si annuncia infuocata, nonostante il disegno di legge sia composto da una manciata di articoli.
Sono un centinaio, infatti, gli emendamenti presentati, in particolare dalle opposizioni. C’è una cosa, però, sulla quale dalle parti di Palazzo dei Normanni sono tutti d’accordo, bisogna accorrere in aiuto dei comuni in dissesto e predissesto. Sono ben 55 gli enti locali siciliani a trovarsi in una situazione finanziaria drammatica. Ieri gli amministratori locali sono stati ricevuti in commissione in una riunione congiunta delle Commissioni Bilancio e Cultura, alla quale ha partecipato anche Armao.
Ma se c’è accordo sugli intenti, sono distanti le posizioni su come intervenire. C’è chi, oltre ad Armao, punta il dito contro Roma, come l’Udc: “Abbiamo incontrato gli amministratori dei comuni in dissesto e pre-dissesto – si legge nella nota dei centristi – e apprezziamo quanto ribadito dall’assessore Armao sui ruoli distinti dei governi regionale e nazionale. Sul punto, noi abbiamo presentato un emendamento a sostegno di questi 55 comuni ma auspichiamo che il governo nazionale si assuma la responsabilità che gli compete sul piano finanziario, poiché sarebbe disastroso e contro ogni logica di buona e sana amministrazione che la Regione Siciliana, sempre vicina ai propri amministratori locali, si addossasse l’onere finanziario che invece spetta allo Stato“.
Il Pd, invece, per bocca di Giuseppe Lupo, attacca l’esecutivo regionale: “Decine di sindaci siciliani denunciano una situazione finanziaria drammatica – afferma – che avrà gravi conseguenze per i servizi sociali, trasporto pendolari, stabilizzazione del personale e persino per l’ordinario pagamento degli stipendi. Un fallimento sostanziale – è la bordata di Lupo – dovuto al continuo taglio dei finanziamenti regionali che rischia di incidere pesantemente sui cittadini con tasse elevate e servizi ridotti all’osso”.
Ancora più duro con il governo regionale è il Movimento 5 Stelle: ‘‘Gli enti locali devono tornare al centro dell’agenda politica del Governo Musumeci, che finora li ha usati come un bancomat per tappare le falle del bilancio regionale – dicono dal gruppo parlamentare pentastellato all’Ars – Occorre restituire dignità agli enti locali e assicurare servizi essenziali ai cittadini, vessati da tributi locali tra più alti di Italia, come nel caso delle Tari, a fronte di servizi scadenti. Occorre salvaguardare – prosegue la nota – migliaia di lavoratori precari in servizio, spesso, da decenni nei comuni della Sicilia e in attesa di una stabilizzazione, che rischiano il licenziamento a fine anno, se il Governo non interviene immediatamente prevedendo risorse e interventi mirati a sostegno dei comuni già nel ddl di assestamento di bilancio, che giovedì prossimo approderà in aula all’Ars”. Infine la stoccata: per il M5S ”l’esecutivo guidato da Nello Musumeci finora ha giocato a scarica barile con il Governo centrale, con un rimpallo di responsabilità che non risolve i problemi e ricade interamente su lavoratori precari, operatori economici e cittadini”.