La Lega, con un emendamento all’ultimo “Dl Ristori”, prima firmataria la responsabile del Dipartimento Cultura del partito senatrice Lucia Borgonzoni, ha proposto che si possano rinnovare le concessioni nel settore dei servizi turistici e culturali in scadenza.
L’emendamento, che è rivolto ai concessionari che abbiano in gestione servizi affidati con regolari bandi di evidenza pubblica, mira a garantire certezza ai lavoratori e ad offrire la garanzia che le imprese culturali possano continuare a investire in un settore certamente fra i più fortemente provati dalla crisi.
La proposta di emendamento, presentata in Senato, nasce però in Sicilia dall’iniziativa dell’assessore regionale dei Beni culturali e dell’Identità siciliana Alberto Samonà, membro dello stesso Dipartimento Cultura della Lega, che aveva raccolto nelle scorse settimane l’appello di diverse imprese concessionarie di servizi culturali in merito al grave stato di crisi del settore.
“L’iniziativa parlamentare – sottolinea l’assessore Samonà – rifugge il sistema di mance, mancette, bonus e altre invenzioni estemporanee, con cui la maggioranza al governo del Paese ha ritenuto finora di dover affrontare una crisi epocale come quella che stiamo vivendo. Grazie al Gruppo Lega al Senato e, in particolare, alla sensibilità della senatrice Lucia Borgonzoni, si richiede di varare un provvedimento che garantisca certezza a chi investe e ha investito nel settore della cultura”.
“Al di là del fatto tecnico, la sua approvazione costituirebbe un segnale forte di alleanza fra lo Stato e le imprese culturali nell’affrontare questa emergenza economica e sanitaria – spiega – . È infatti impensabile, in un momento come questo, affrontare complesse procedure di gara, che la cronaca recente ci rammenta già in tempi ordinari spesso incagliate per anni nelle aule dei TAR italiani. Ringrazio i senatori leghisti, che hanno condiviso l’iniziativa che avevo segnalato e che hanno acconsentito a proporre un ristoro vero ad operatori e lavoratori sino ad oggi completamente dimenticati dai provvedimenti del governo Conte. Parliamo di imprese che ad oggi lamentano cali del 80 o 90% del fatturato, a fronte di organizzazioni aziendali importanti, i cui costi continuano a crescere, specie a seguito dell’ultima, più recente, decisione governativa di chiudere i luoghi della cultura”.
“Auspichiamo – conclude Samonà – che, almeno di fronte a una situazione come questa, la maggioranza scopra il vero significato di collaborazione istituzionale, che non si fa di certo nei corridoi dei palazzi, ma in Aula, votando emendamenti di buonsenso, come questo della Lega”.