Il Presidente della Regione Emilia Romagna Stefano Bonaccini, candidato alla Segreteria nazionale del Pd, ha iniziato il suo tour in giro per la Sicilia. Dopo aver visitato la parte orientale dell’Isola si è recato oggi a Palermo.
“Venire qui per me è prima di tutto un dovere. Avevo 25 anni quando ci fu questa strage che rimane una delle pagine più drammatiche e buie della storia della Repubblica italiana” dichiara Bonaccini, che come prima tappa si è recato davanti alla Stele di Capaci che ricorda le vittime della strage nella quale persero la vita il giudice Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e gli agenti della scorta Rocco Dicillo, Antonio Montinaro e Vito Schifani.
“Quello che è accaduto pochi giorni fa è molto importante. Le mafie si possono battere, e soprattutto – sottolinea – assicurare alla giustizia coloro che si sono resi protagonisti di vicende inimmaginabili e indegne” dichiara il Presidente in merito all’arresto di Matteo Messina Denaro.
Bonaccini ha anche commentato l’attuale condizione del Partito: “Se divento segretario del Pd cambierò: non ci vorranno più sei mesi per eleggere il segretario o la segretaria perché in questo appariamo marziani nel rapporto tra i nostri tempi e quelli di vita delle persone”.
“Spero che la stagione delle correnti sia finita, ma non perché ce l’abbia con le correnti in sé: non sono il male in quanto tale. Mi pare però che in questo partito siano diventate via via negli anni più fonte di divisione che di contributo, così come mi pare non abbiano contribuito a selezionare la classe dirigente più adeguata. Spesso è andato avanti chi applaudiva il capo corrente di turno. Un risultato lo stiamo ottenendo: dissi che non volevo l’appoggio delle correnti e mi pare che mi stia sostenendo gente trasversalmente presente prima in diverse correnti. Non ho mai fatto vita di corrente e mi pare di stare molto bene”.
“Ho trovato incredibile che alle ultime politiche nessun dirigente del gruppo nazionale si sia candidato nei collegi uninominali. È un messaggio molto chiaro: nessuno va a sfidare gli altri per timore di perdere. Se divento segretario garantisco, immaginando che rimanga questa legge elettorale, che la prossima volta alle politiche faremo scegliere agli elettori i candidati e le candidate al Parlamento con le primarie. Quanto meno se dobbiamo sbagliare è giusto che sbagliamo tutti insieme e non quattro chiusi in una stanza a Roma”.
