Sviluppi processuali per l’indagine sule false presenze dei consiglieri comunali di Catania. L’inchiesta nata da una denuncia dei meet-up locali del Movimento Cinquestelle, stamani è giunta davanti al gip di Catania, Nunzio Sarpietro.
Il gip ha disposto l’imputazione coatta di 34 consiglieri del Comune del capoluogo e di 17 segretari di sedute di Commissioni. Secondo l’accusa i consiglieri sarebbero stati presenti “contemporaneamente, e in modo anomalo e non conforme al vero, in diverse sedute, nello stesso giorno e alla stessa ora, in sedi distanti tra loro“. I reati ipotizzati, a vario titolo, per fatti avvenuti nel 2014, sono truffa aggravata ai danni del Comune, abuso d’ufficio e falso in atto pubblico. Sono invece cinque le posizioni archiviate dal Gup. Alcuni attivisti grillini avevano segnalato alcune irregolarità presenti nelle Commissioni e, da lì, era nata l’inchiesta. Il Giudice rileva come “per i fogli firma” ci sarebbe stato “un tentativo goffo di adeguare gli orari” delle presenze dopo che era stata “resa pubblica la denuncia degli attivisti del Movimento 5 Stelle“.
La Procura di Catania ha presentato una richiesta di archiviazione che però lo stesso Sarpietro ha rigettato. “Un turbinio partecipativo dei consiglieri” impegnati in una “affannosa corsa contro il tempo per procacciarsi un sostanzioso stipendio mensile di circa 1.500 euro netti, in aggiunta ai compensi loro spettanti“.
Archiviazione che invece è stata disposta per cinque indagati: Marcello Gasparini, Flavio Giuffrida, Vincenzo Parisi, Nunzia Piazzi e Agatino Tringale. Dalle indagini portate avanti dalla Polizia giudiziaria emerge “un desolante quadro di illegalità diffusa all’interno del quale i consiglieri e gli impiegati interessati si muovevano con totale disprezzo dei principi che regolano la materia, in un’ottica clientelare illecita ed ai limiti dell’arroganza“. Secondo Sarpietro si era al cospetto di “una sorta di paludosa e confusa piattaforma amministrativa dove tutto era permesso e gli illeciti comportamenti sembrano costituire un normale incedere automatico nell’interesse non della Cosa pubblica, bensì dei singoli consiglieri indagati, protesi al raggiungimento di un fine economico del tutto personalistico“.
Sono 51 in tutto gli indagati, dopo l’archiviazione di cinque posizioni, nell’ambito dell’inchiesta sulla presunta ‘gettonopoli’ del 2014 al Comune di Catania. Sono 34 i consiglieri comunali per i quali il presidente dell’ufficio del gip, Nunzio Sarpietro, ha disposto l’imputazione coatta, indicando anche il numero di presunte presenze simultanee. Sei presenze: Rosario Gelsomino. Cinque presenze: Ludovico Balsamo. Quattro presenze: Sebastiano Anastasi, Andrea Barresi, Santi Bosco, Carmelo Coppolino, Agatino Lombardo, Maurizio Mirenda, Elena Adriana Ragusa, Antonino Vullo. Tre presenze: Salvatore Tomarchio. Due presenze: Giuseppe Catalano, Michele Failla, Salvatore Giuffrida, Antonino Manara, Giuseppe Catalano, Giovanni Marletta, Alessandro Messina, Giuseppe Musumeci, Carmelo Nicotra, Alessandro Porto, Francesco Saglimbene, Ersilia Saverino, Carmelo Sgroi, Carmelo Sofia, Salvatore Spadaro, Francesco Trichini. Una presenza: Agatino Giuseppe Lanzafame, Riccardo Pellegino, Elisabetta Vanin, Lanfranco Zappala’, Massimo Giuseppe Tempio, Erika Marco. I segretari delle Commissioni comunali per i quali e’ stata disposta l’imputazione coatta sono: Vittorio Canzoneri, Piera Caruso, Daniela Catalano, Salvatore Di Stefano, Sebastiana Ferrara, Maria Emanuela Furno’, Francesca Impellizzeri, Giuseppa Germenia, Stefano Leone, Maria Marino, Antonio Marotta, Luigia Pettinato, Emanuela Paola Carmen Pirrone, Giuseppe Raciti, Giuseppa Rigaglia, Giuseppa Sottile e Rosalba Sottile. Disposta invece l’archiviazione per Marcello Gasparini, Flavio Giuffrida, Vincenzo Parisi, Nunzia Piazzi e Agatino Tringale.