GUARDA IL VIDEO IN ALTO
La Corea del Nord ha testato oggi un missile balistico a raggio intermedio (lrbm), capace di sorvolare il Giappone, per la prima volta in otto mesi, secondo le rilevazioni dei militari di Seul.
Il Comando di stato maggiore congiunto sudcoreano ha riferito di aver rilevato il lancio da Mupyong-ri, nella provincia settentrionale di Jagang, effettuato alle 7.23 locali (00.23 in Italia): il missile ha volato per circa 4.500 chilometri, confermando il superamento del Giappone e toccando un apogeo di circa 970 km alla velocità massima considerevole di Mach 17. Le autorità d’intelligence di Corea del Sud e Stati Uniti stanno conducendo un’analisi dettagliata per verificare le specifiche del missile che, a una prima analisi, rimanda a un Hwasong 12 che a gennaio volò per circa 800 chilometri a un’altitudine massima di 2.000 km.
“La serie di provocazioni di missili balistici della Corea del Nord rafforzerà ulteriormente la deterrenza e le capacità di risposta dell’alleanza Corea del Sud-Usa e non farà altro che approfondire l’isolamento del Nord dalla comunità internazionale“, ha affermato il Comando in una nota, condannando il lancio come “un atto di provocazione significativa” che mina la pace e la stabilità non solo nella penisola coreana ma anche nella comunità internazionale, rappresentando una “chiara” violazione delle risoluzioni del Consiglio di sicurezza dell’Onu.
Il Giappone ha dichiarato che il missile ha sorvolato il Paese, avvertendo i residenti di trasferirsi nei rifugi. “Sembra che la Corea del Nord abbia lanciato un missile. Si prega di evacuare negli edifici o nel sottosuolo“, ha detto il governo nipponico in una allerta emessa alle 7:29 ora locale (le 00:29 in Italia).
Il Comando americano per l’Asia e il Pacifico ha condannato il lancio del missile, affermando che “l’impegno di Washington nella difesa del Giappone e della Corea rimane incrollabile“. “Gli Stati Uniti condannano queste azioni e invitano la Repubblica popolare democratica di Corea ad astenersi da qualsiasi ulteriore atto illegale e destabilizzante“, ha affermato il comando in un comunicato.
E poche ore dopo la risposta è arrivata: “Corea del Sud e Usa lanciato un’esercitazione specifica dedicata ai “bombardamenti di precisione“. Un jet F-15K sudcoreano ha sganciato due bombe di precisione Jadam (Joint Direct Attack Munition) su un poligono di tiro posizionato sull’isola disabitata di Jikdo, nel mar Giallo. L’operazione, secondo il Comando sudcoreano, è avvenuto a seguito di manovre congiunte con aerei da guerra statunitensi in programmi di attacco che hanno mobilitato quattro F-15K e quattro F-16 americani. “Attraverso il volo combinato e le esercitazioni di attacco di precisione, la Corea del Sud e gli Stati Uniti hanno dimostrato la volontà di rispondere con severità a qualsiasi minaccia del Nord, nonché le loro capacità di condurre un attacco di precisione all’origine delle provocazioni basate sulla loro solida alleanza“, ha spiegato una nota del Comando di Seul.
Il Presidente del Consiglio dell’Ue, Charles Michel, ha condannato il lancio del missile nordcoreano, che ha definito “un’aggressione ingiustificabile“. Successivamente, anche i ministri degli Esteri di Stati Uniti, Giappone e Corea del Sud hanno condannato fermamente il lancio del missile da parte della Corea del Nord. Lo riporta l’agenzia sudcoreana Yonhap, riferendo di contatti telefonici intercorsi tra lo statunitense Antony Blinken, il giapponese Yoshimasa Hayashi e il sudcoreano Park Jin. Park e Blinken, secondo Seul, hanno condiviso l’opinione che il lancio sia una chiara violazione delle risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, una “grave provocazione” e una seria minaccia per la pace e la stabilità.
Il lancio da parte della Corea del Nord del suo primo missile balistico sullo spazio aereo del Giappone in oltre cinque anni farebbe inoltre presagire l’arrivo di ulteriori test di armi, inclusa la temuta settima detonazione nucleare. L’attività potrebbe far parte di un’espansione delle capacità di test nucleari della Corea del Nord oltre il tunnel n.3, oppure potrebbe essere parte “di un piano di inganno strategico“, di depistaggio. La certezza appare allo stato soltanto una: i tempi del settimo test nucleare rimangono solo ed esclusivamente nelle mani di Kim Jong-un, secondo gli analisti. A lui, la decisione se procedere o meno.