GUARDA IL VIDEO IN ALTO
Barbieri e parrucchieri che non rispettano la chiusura imposta dalle misure per il contenimento del contagio da Coronavirus a Palermo: decine, anche di più secondo quanto consta a Nunzio Reina, vicepresidente della Camera di Commercio del capoluogo e componente della giunta nazionale di Confesercenti, associazione per cui è responsabile Benessere e parrucchieri. E, non ultimo, barbiere di professione.
A decine le segnalazioni delle violazioni del decreto della Presidenza del Consiglio per evitare il contagio da Covid-19 da parte dei barbieri e dei parrucchieri, in diverse zone della città: da Brancaccio alla Noce, da corso Alberto Amedeo a Tommaso Natale.
“La cosa che mi dispiace è sapere che molti colleghi restano aperti a fare i servizi di nascosto”.
Ma le ‘tentazioni’ arrivano anche dalla clientela: “A un mio dipendente è stato addirittura chiesto di andare a lavorare a casa. È una cosa ridicola“, afferma Reina.
È sconsolato il commento del rappresentante dell’associazione dei commercianti: “Si parla tanto di elevare il prestigio della nostra categoria e poi si fanno queste cose – afferma- e poi ci si riduce a offrire un servizio che servizio non è, è una comodità ingiusta che si offre al beneficiario. In questo caso mi pare manchino tutti i presupposti per portare avanti il progetto di miglioramento della categoria. Mi dissocio da tutti coloro che fanno questo tipo di attività”, dice ancora Reina.
Una presa di posizione che vuole sensibilizzare tutti alla presa di coscienza dell’emergenza in corso e a prendersi carico delle proprie di responsabilità, senza voler far finta di non vedere le conseguenze economiche della chiusura forzata: “Personalmente mi atterrò scrupolosamente alle regole, anche se si dovesse prolungare il periodo di chiusura – afferma Reina – Il momento è difficile per tutti, comunque io resto a casa per l’incolumità dei miei figli, della mia famiglia e della gente che frequento“.
Reina rincara la dose: “Quello che sta succedendo è una mancanza di rispetto nei confronti della categoria e delle persone alzare la saracinesca per poter fare una cosa ridicola nella speranza di poter aumentare la propria clientela, non è questo il modo di fare concorrenza, vince solamente la professionalità. Tutto ciò, invece, offende la categoria. Quelli che restano aperti di nascosto non sono degni di svolgere questa attività“. Infine l’appello: “Chiudete: andate a casa. Soffrirete per un periodo ma avrete la consapevolezza di avere fatto ciò che si doveva fare per superare l’emergenza”.