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Coronavirus: dalla Regione siciliana un piano da 1,5 miliardi per famiglie e imprese

sabato 11 Aprile 2020
Nello Musumeci

La Regione siciliana definisce un piano da un miliardo e mezzo di fondi europei da destinare all’emergenza economica scatenata dal coronavirus. Il testo, inserito nella prossima Finanziaria e approvato dalla giunta regionale, prevede aiuti alle famiglie in difficoltà, alle imprese, alle partite Iva, ai professionisti e agli ambulanti.

Ecco le principali misure previste nel Piano:

Aiuti alle famiglie in difficoltà: buoni spesa e prestiti. Ci sono 250 milioni di buoni spesa indirizzati ”ai nuclei familiari che non percepiscono alcun reddito né altra forma di assistenza”, più altri bonus per le fasce deboli. Inoltre, 300 milioni di contributi comunitari verranno destinati a finanziare mini-prestiti per i consumi alle famiglie che sono in difficoltà. A gestirli sarà l’Irfis. Si tratta di prestiti di massimo 5 mila euro che possono ricevere ”i residenti in Sicilia almeno dal 31 dicembre 2019 che hanno dichiarato nel 2018 un reddito netto non superiore a 15 mila euro e che dichiarino di non godere di analoghe misure a carico di fondi statali o europei”. Questi mini prestiti andranno restituiti in 36 rate che scatteranno dal gennaio 2022.

Aiuti a imprese e artigiani. Altri 400 milioni sono stati destinati invece alle imprese in crisi a causa dello stop di attività per l’emergenza coronavirus. Si tratta di prestiti, fino a un massimo 15 mila euro, per le aziende ”che hanno il domicilio fiscale il Sicilia almeno dal 31 dicembre 2019 e che nel 2018 hanno dichiarato un utile netto non superiore a 30 mila euro e un numero di addetti non superiore a 5”. Anche in questo caso dovranno essere restituiti in 36 rate a partire dal 2022.

Altri 200 milioni sono stanziati per artigiani e cooperative (100 l’uno).  Di questi, 10 milioni possono essere usati per anticipare la cassa integrazione ai lavoratori del settore attraverso un fondo di garanzia. I prestiti alle coop non potranno superare i 15 mila euro e saranno rimborsabili in 36 rate e che nel 2018 hanno dichiarato un utile netto di 25 mila euro e con massimo 5 dipendenti. Stessa cosa per gli artigiani, ma in questo caso l’utile netto deve essere stato di 30 mila euro.

 

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