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Sara Ferina, insieme a suo marito Antonio Di Fresco, ha attivato da anni a Palermo una struttura che si occupa delle difficoltà e dei disturbi dell’apprendimento (dislessia, disortografia, disgrafia e discalculia) e della possibilità di trattare e migliorare questi disturbi specifici nei bambini e negli adolescenti.
Oggi, in tempi di coronavirus in cui tutti siamo costretti a casa, seguire chi presenta questi disturbi può risultare più complesso, specialmente per quei genitori e per quelle famiglie che non hanno gli strumenti e che si sono trovati all’improvviso in una situazione completamente nuova. Ecco perché, nonostante la “quarantena” forzata di tutti, Sara ha continuato aiutando, da casa, chi avesse bisogno di essere seguito costantemente.
“La nostra è una piccola testimonianza di normalità in questo caos. In tempi come questi – sottolinea Sara Ferina – sono tante le emozioni che dobbiamo gestire. Le emozioni sono un punto fermo per i nostri figli e per le famiglie, perché la loro vita ha subito uno scossone, una rivoluzione. Oggi in questa rivoluzione che le nostre vite stanno vivendo siamo riusciti a mantenere quegli spazi di apprendimento e di ascolto che i nostri ragazzi avevano in presenza”.
La struttura creata da questi due genitori è il “Centro Studi e Ricerche per l’Apprendimento “Virtualmente Onlus” che è nata appunto dall’esperienza familiare di Sara (mamma di due bambini con disturbi dell’apprendimento), che, a un certo punto della propria vita, proprio per l’amore verso i propri figli, ha dedicato tutta se stessa a questo scopo: dopo avere raggiunto il titolo di tecnico dell’apprendimento (TdA), ha intrapreso negli anni una vera e propria missione: aiutare tutti i ragazzi con difficoltà, attivando la rete “scuola – doposcuola – famiglia”.
E anche in questo periodo contrassegnato dal coronavirus, la Onlus non si è fermata, dedicandosi quotidianamente all’aiuto e alla risoluzione dei problemi di bambini, adolescenti e famiglie che sono direttamente coinvolte nelle problematiche dell’apprendimento, con lo scopo di far crescere i ragazzi nel loro percorso individuale verso l’autonomia e l’autostima: “Giocando un po’ con il nostro nome Virtualmente – aggiunge Sara – entriamo nelle case dei nostri ragazzi e condividiamo una parte della loro vita quotidiana. Loro ci mostrano le proprie camere, i propri passatempi le proprie collezioni e ci raccontano come vivono questa quotidianità, condividendo non solo le paure, ma anche le piccole gioie quotidiane. Supportiamo i genitori anche nella gestione delle piattaforme a distanza. Il messaggio che i genitori e i bambini hanno recepito è che in questo periodo in cui i ritmi sono più lenti possono anche concedersi il tempo necessario per sedimentare i propri accadimenti con serenità”