Non c’è ambito, ce ne rendiamo conto ogni giorno di più, su cui il dilagare dell’epidemia da Covid-19 non influisca generando una caduta economica gravissima.
Dai mercati finanziari, i cui dati sono sotto gli occhi di tutti diffusi da telegiornali e programmi di approfondimento, ai diversi
Secondo le stime saranno migliaia, precisamente 18.600, i titoli che non verranno pubblicati in un anno, 39,3 milioni di copie che non saranno stampate, 2.500 titoli che non saranno tradotti.
Questi dati emergono dalle prime rilevazioni dell’Osservatorio dell’Associazione Italiana Editori sull’impatto che l’emergenza Covid-19 avrà in prospettiva 2020 sull’intera editoria italiana.
Al pari di cinema, teatri, fondazioni, aziende di vari settori l’editoria avrà una forte caduta in seguito all’espandersi dell’epidemia, per questo si sta provvedendo a chiedere un intervento specifico del Governo che sostenga la filiera con strumenti di emergenza, analoghi a quelli degli altri settori, che garantiscano l’esistenza di librerie, editori, promotori, distributori di libri, traduttori.
Secondo i primi dati riscontrati, già al 20 marzo, il 61% degli editori ha già fatto ricorso alla cassa integrazione o la sta programmando, pesando anche una riduzione pari al 25% delle novità in uscita.
Sul sito dell’Associazione Italiana Editori è possibile rimanere sempre aggiornati iscrivendosi alla newsletter che, soprattutto dall’inizio dell’epidemia, è ancora più attenta alle evoluzioni del settore.