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Coronavirus in Sicilia: altri 11 morti, 78 contagiati più di ieri

lunedì 30 Marzo 2020
coronavirus, covid19, quarantena,
Frame: SkyTg24

Dall’inizio dei controlli, i tamponi effettuati sono stati 14.758. Di questi sono risultati positivi 1.555 (+95 rispetto a ieri), mentre, attualmente, sono ancora contagiate 1.408 persone (+78).

Sono ricoverati 559 pazienti (+37 rispetto a ieri), di cui 75 in terapia intensiva (+4), mentre 849 (+41) sono in isolamento domiciliare, 71 guariti (+6) e 76 deceduti (+11).

Questo il quadro riepilogativo della situazione nell’Isola, aggiornato alle ore 17 di oggi (lunedì 30 marzo), in merito all’emergenza Coronavirus, così come comunicato dalla Regione Siciliana all’Unità di crisi nazionale.

IL DETTAGLIO NELLE VARIE PROVINCE

Questa la divisione degli attuali positivi nelle varie province: Agrigento, 86 (1 ricoverati, 2 guariti e 1 deceduto); Caltanissetta, 63 (19, 3, 4); Catania, 405 (142, 16, 27); Enna, 183 (120, 1, 11); Messina, 280 (128, 8, 17); Palermo, 229 (81, 17, 7); Ragusa, 30 (8, 3, 2); Siracusa, 62 (34, 21, 6); Trapani, 70 (26, 0, 1).

L’emergenza Coronavirus che ha portato e sta portando negli ospedali siciliani centinaia di pazienti regala importanti segnali di speranza. Perché si registrano nell’Isola diversi casi di persone guarite (71 secondo l’ultimo report diffuso oggi) e di degenti che escono dai reparti di terapia intensiva.

E’ successo a Catania, dove è salito a 10 il numero di persone guarite da Covid-19 nel reparto di Malattie infettive nell’ospedale Garibaldi-Nesima. Gli ultimi due sono uomini di 58 e di 62 anni. Pronti per le dimissioni dal ‘Covid hospital’ di Partinico, nel Palermitano, altri 5 pazienti, tra i quali un’anziana di 92 anni, che si trovava nella residenza sanitaria assistita di Villafrati (dichiarata ‘zona rossa’), dove si è registrato un focolaio. Gli altri 4 pazienti sono una coppia, un altro proveniente da Sciacca e uno da Bagheria.

Hanno ripreso la respirazione autonoma altri due pazienti positivi ricoverati nell’ospedale Sant’Antonio Abate di Trapani. I degenti di 83 e 58 anni, provenienti rispettivamente da Paceco e Salemi, hanno lasciato il reparto di rianimazione per essere trasferiti in quello di pneumologia del per proseguire le terapie previste fino alla completa guarigione clinica e conseguente negatività dei tamponi. Nel Trapanese sale a tre il numero complessivo dei ricoverati che hanno abbandonato la ventilazione meccanica.

Primi due pazienti estubati anche nell’unità di anestesia e rianimazione dell’ospedale ‘Santa Marta e Santa Venera’ di Acireale, nel Catanese: sono un 64enne, di Catania, e un 86enne, residente a Zafferana Etnea che respirano autonomamente. I medici lavorano su una terapia combinata di farmaci, Idrossiclorichina, Lopinar e Azitromicina, mentre per i casi più complessi, è prevista la sperimentazione del Tolicizumab.

L’ANALISI

“Nell’ultima settimana la rete delle terapie intensive attivate in Sicilia per i pazienti con infezione da Covid-19, che sono andati incontro a grave insufficienza respiratoria e ventilazione controllata con intubazione, registra la funzione della respirazione autonoma in una percentuale tra il 20 al 40%, percentuale variabile in rapporto alla severità del quadro di esordio e alla fragilità dei pazienti, legata all’età e a eventuali altre patologie concomitanti e/o pregresse” fa sapere all’ANSA il Comitato tecnico scientifico emergenza coronavirus dell’assessorato della Salute e presidenza Regione Siciliana.

“Il dato – sottolineano gli esperti – fa ben sperare perché è in linea con i migliori dati nazionali di recupero di tali gravissime forme di insufficienza respiratoria e conferma che un trattamento nei tempi giusti e con risorse disponibili, che in queste ore si sta registrando grazie al contenimento e all’isolamento messo in atto sul territorio regionale, può permettere risultati in termini di salute pubblica altrimenti non raggiungibili”.

Il Comitato specifica inoltre che “i pazienti dimessi dalle terapie intensive, ovviamente non rientrano ancora nel novero dei guariti, ma le loro condizioni di salute, seppur ancora precarie, fanno ben sperare. Il contenimento della pandemia e lo ‘stare a casa’ stanno permettendo una adeguata e corretta assistenza nelle nostre terapie intensive, ma invitiamo tutti a non abbassare la guardia e a continuare a rispettare le regole”.

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